Vittorio Sgarbi si dimette da sottosegretario: “Per l’Antitrust non posso fare conferenze. Sangiuliano? Uomo senza dignità, non lo sento da mesi”
Vittorio Sgarbi durante l’evento “La Ripartenza”, organizzato dal conduttore TV Nicola Porro a Milano, comunica le sue intenzioni di dimissioni attaccando tutti: “Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario, non voglio essere sottosegretario”, ha detto, annunciando di voler scrivere una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per informarla del passo indietro.
L’arrivo di una “molto complessa e confusa lettera” dall’Authority dove “c’era scritto che non posso fare conferenze da Porro”, lo ha spinto a lasciare, dice con una evidente provocazione Sgarbi, che annuncia l’addio proprio in quell’evento.
Negli ultimi mesi lo steso è stato coinvolto in una serie di scandali di risonanza mondiale, svelati dalle inchieste del Fatto e di Report sui suoi “cachet d’oro” ricevuti durante l’incarico di governo e, soprattutto, sul presunto riciclaggio di un quadro del Seicento rubato.
Nei suoi confronti, inoltre, pendeva alla Camera una mozione di revoca sottoscritta dal M5s, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, che si sarebbe dovuta votare il prossimo 15 febbraio.
Sgarbi durante la sua dichiarazione aggiunge “Faró certamente ricorso contro l’Antitrust”, rivendicando il suo lavoro fin qui: “C’è stata un’azione precisa per portarmi alle dimissioni. Sono oggetto di una persecuzione mediatica evidente”, attacca a testa bassa, assicurando che non si sarebbe dimesso “sulla base di insinuazioni o pettegolezzi con lettere anonime” ma quando “l’autorità avesse riconosciuto l’incompatibilità”. In attesa di comunicazioni dal Palazzo Chigi, gioiscono i 5stelle: ‘Ce l’abbiamo fatta”, essendo stati i fautori della richiesta di mozione.
