lunedì, Settembre 16, 2024
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“Torno a settembre”, disse Mario Draghi a Ursula Von der Leyen, quando, a gennaio,lo nominò Commissario UE

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All’ inizio del 2024 la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, conferì all’ex Premier Draghi l’incarico di redigere un analisi particolareggiata sull’attività della UE. Più in dettaglio, di quali fossero stati gli intoppi lungo il percorso di crescita e come evitare il ripetersi degli stessi errori. Quindi non si riferiva al titolo del film americano, quasi omonimo, dei primi anni ’60. Ieri difatti l’ex Premier del Paese, convocato dalla Presidente della UE, Roberta Metsola, ha iniziato la presentazione del suo rapporto, circa 400 pagine, sullo Stato dell’Unione Europea. In primis ne ha parlato al gruppo dei presidenti di commissione all’interno del Consiglio d’Europa. Quel rapporto è diverso nella sostanza e ha altri scopi rispetto a quello che, ogni anno, con denominazione quasi simile, il Presidente degli USA tiene al Congresso nella sua sede, il Campidoglio. La differenza: quello dell’Inquilino della Casa Bianca è un suo dovere dettato dalla Costituzione, da ripetere con consuetudine ogni anno, l’incarico conferito al Professore made in Italy è invece quello di consulente ad actum, da credere per una sola volta. È importante quindi mettersi nell’ordine di idee che l’uso di quel manuale dovrà essere usato come un libretto di i “Torno a settembre”, disse Mario Draghi a Ursula Von der Leyen quando nei primi giorni dell’anno ricevette da lei l’incarico di Commissario della UE.

Uno sguardo da Ponte

All’ inizio del 2024 la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen conferì all’ex Premier italiano Draghi l’incarico di redigere un analisi particolareggiata sull’attività della UE. In particolare di quali fossero stati gli intoppi nel suo processo di crescita e come evitare il ripetersi degli errori commessi. Quindi non si riferiva al titolo del film quasi omonimo dei primi anni ’60. Ieri difatti l’ex Premier italiano, convocato dalla Presidente Metsola, ha iniziato la presentazione del suo rapporto, circa 400 pagine, sullo Stato dell’Unione Europea. In primis ne ha parlato al gruppo dei presidenti di commissione all’interno del Consiglio d”Europa. Quel rapporto è diverso nella sostanza e ha altri scopi rispetto a quello che, ogni anno, con una denominazione simile, il Presidente degli USA tiene al Congresso nella sua sede. La differenza: quello dell’ Inquilino della Casa Bianca è un suo dovere costituzionale, da ripetere ogni anno, l’incarico conferito al Professore italiano è invece quello di consulente ad actum, presumibilmente per una sola volta. È importante quindi mettersi nell’ordine di idee che quel manuale dovrà essere usato alla stregua di un libretto di istruzioni per il corretto funzionamento, da tenere pronto per essere adoperato ad oras. Questa forma di puntualizzazione della valenza di quell’elaborato deriva da un passaggio dell’ Autore sullo stato dei fatti che stanno prendendo sempre più consistenza fuori dai confini d’ Europa. Pertanto la stessa è sul bordo di una caldera dove bruciano con potenza crescente spezzoni incendiari provenienti dalla vicina Ucraina, da Israele e da buona parte del Medioriente. Pertanto, nonostante siano molti altri i problemi che assillano la giovane/ vecchia Ninfa, quello che reclama immediata soluzione, afferma l’Autore è quello della rivisitazione totale dell’attività dell’industria delle armi europea. Essa necessita di provvedimenti drastici per ritornare in un grado di efficienza che le permetta di restare a galla nell’attuale situazione ancora
In divenire. Quel Grand Commis cosmopolita ha evidenziato che deve essere data la massima urgenza alla revisione anche della normativa che riguarda solo per alcuni aspetti quel settore. Il più importante è la possibilità di quelle aziende di poter accedere a forme di aiuto europeo alle stesse condizioni delle altre attività produttive. Tanto perché, permanendo lo stato del settore in quello attuale, non sarebbe possibile in alcun modo allentare la necessità di fare acquisti dagli USA e da altri produttori internazionali. Con estremo realismo il Professore ha illustrato, tradotta in euro, quale è la spesa per materiale bellico al di fuori dei propri confini che la EU sta sostenendo attualmente. Esiste una pregiudiziale che rende complicata l’operazione di rinnovamento: la tendenza al disarmo oramai pezzo forte dell’ONU e di altri organismi sovranazionali. D’ altra parte non è stato mai messo da parte il detto usato
nella Roma Imperiale: “para bellum si vis pacem”, “preparati alla guerra se vuoi la pace”.Con oggi per il Consulente Draghi inizia un tour di particolare importanza. Se è vero che la tappa delle elezioni europee è stata raggiunta e superata, sono molte altre quelle da conquistare per rimanere sincronizzati all’evoluzione del resto del mondo. I grandi competitors orientali stanno prendendo potere giorno dopo giorno, e una situazione del genere può essere compensata solo da una maggiore produttività che concederebbe alla EU una competitività superiore.
È un tragitto irto di difficoltà, nonchè una condizione onerosa da soddisfare. Riprendendo un modo di dire popolare, è confermata la validità del modo di dire:” chi non risica non rosica”. Istruzioni per l’uso, quindi, pronte per essere adoperate ad oras. Questa forma di puntualizzazione della valenza di quell’elaborato prende forma da un passaggio dell’ Autore sullo stato dei fatti: l’ Europa è sul bordo di una caldera dove bruciano con potenza crescente spezzoni incendiari provenienti dalla vicina Ucraina, da Israele e da buona parte del Medioriente. Pertanto, nonostante siano molti altri i problemi che assillano la giovane/ vecchia Ninfa, quello che reclama immediata soluzione, afferma l’Autore, è quello della rivisitazione totale dell’operatività dell’industria delle armi in Europa. Essa necessita di provvedimenti drastici per ritornare in un grado di efficienza che le permetta di restare a galla nell’attuale situazione. Il Grand Commis cosmopolita ha evidenziato che deve essere data la massima urgenza alla revisione anche della normativa che riguarda solo per alcuni aspetti quel settore. Il più importante è la possibilità delle aziende del comparto di poter accedere a forme di aiuto alle stesse condizioni delle altre attività produttive. Tanto perché, permanendo lo stato del settore quello attuale, non sarà possibile in alcun modo allentare la necessità di fare acquisti dagli USA e da altri produttori internazionali. Con estremo realismo il Professore ha illustrato, tradotta in euro, quale è la spesa per materiale bellico al di fuori dei confini che la EU sta sostenendo attualmente. Esiste una pregiudiziale che rende complicata l’operazione: la ten ndenza ad adottare politiche di disarmo, oramai pezzo forte dell’ONU e di altri organismi sovranazionali. D’ altra parte non è stato mai messo da parte il detto usato nella Roma Imperiale: “para bellum si vis pacem”, “preparati alla guerra se vuoi la pace”. Con oggi per il Consulente Draghi inizia un tour di particolare importanza. Se è vero che la tappa delle elezioni europee è stata raggiunta, sono molte altre quelle da conquistare per rimanere sincronizzati alla velocità del progresso del resto del mondo. I potenti competitor asiatici e orientali in genere stanno prendendo potere giorno dopo giorno, e una situazione del genere può essere fronteggiata solo da una maggiore produttività che concederebbe alla EU una competitività superiore.
È un tragitto irto di difficoltà, non chè una condizione che richiede molto impegno per essere soddisfatta. Riprendendo un modo di dire popolare, è confermata la validità dell’affermazione: “chi non risica non rosica”.

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