lunedì, Settembre 16, 2024
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Terremoto l’Aquila, la sentenza shock per Ilaria: “Colpa sua, studiava troppo”

La Corte d’Appello dell’Aquila ha emesso una sentenza controversa riguardante il caso di Ilaria Rambaldi, studentessa di Ingegneria di Lanciano (Ch), deceduta nel terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. La decisione della Corte ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata dalla famiglia della giovane, confermando così la precedente decisione del tribunale civile del 2022. Secondo la Corte d’Appello, la responsabilità della morte di Ilaria viene ricondotta alla stessa vittima. I giudici hanno sostenuto che Ilaria è stata ‘colpevole’ di rimanere nell’Aquila nonostante le continue scosse sismiche, attribuendo questa decisione al suo “attaccamento al dovere” e alla necessità di completare le ore di laboratorio all’università. Hanno anche sottolineato che, nonostante le avvertenze e la pericolosità della situazione, Ilaria non ha scelto di dormire all’aperto o di lasciare la città dopo la scossa del 30 marzo, ritenendo improbabile che avrebbe cambiato idea anche con informazioni più accurate. Questa sentenza si aggiunge ad altre decisioni simili, come quella relativa ai sette giovani morti nel crollo di una palazzina in via Gabriele D’Annunzio 14, anch’essi esclusi dal diritto al risarcimento per il comportamento ritenuto ‘incauto’ durante il terremoto.

La richiesta di risarcimento avanzata dalla madre di Ilaria Rambaldi, l’avvocato Maria Grazia Piccinini, è motivata dalla convinzione che la morte della giovane durante il terremoto dell’Aquila sia stata influenzata dalle informazioni erronee diffuse dalla Commissione Grandi Rischi. In particolare, Bernardo De Bernardinis, vice capo della Protezione Civile all’epoca, è stato condannato per aver fornito informazioni scorrette sulla situazione sismica durante una riunione della Commissione il 31 marzo 2009. De Bernardinis aveva sostenuto la teoria dello “scarico graduale di energia”, secondo cui le continue scosse sismiche minori avrebbero prevenuto un evento tellurico di maggiore intensità. Questa teoria aveva indotto la popolazione, inclusa Ilaria Rambaldi, a non prendere precauzioni ulteriori. Di conseguenza, la giovane aveva deciso di dormire al chiuso nel suo appartamento la notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, basandosi sulle rassicurazioni degli esperti.

Ma secondo i giudici, che hanno respinto il ricorso e la richiesta di risarcimento, “non si rinviene una variazione nelle condotte e precauzioni tenute dalla Rambaldi rispetto al terremoto prima, e dopo aver appreso informazioni ingannevoli…. Neppure può dirsi che ove la Rambaldi avesse ricevuto informazioni corrette anziché ingannevolmente rassicuranti circa l’andamento del fenomeno sismico si sarebbe determinata a lasciare L’Aquila”. L’avvocato Maria Grazia Piccinini, mamma di Ilaria, ha dichiarato: “Come mi sento? Non lo so – aggiunge l’avvocato – Tutto il male che potevano fare lo hanno fatto, togliendo, oltre che la vita, la preziosa e indiscussa ed indiscutibile dignità a mia figlia e agli altri ragazzi morti. Cosa si può fare? Molto probabilmente niente, grazie alla doppia conforme della Cartabia che impedisce il ricorso per Cassazione. È finita qui? Non lo so. La vergogna continuerà per sempre”.

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