domenica, Settembre 8, 2024
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Scampia, disagi per gli sfollati e clima teso: solo una bottiglietta d’acqua a famiglia

Scampia, ore 22.40: un boato squarcia il silenzio della notte. La Vela Celeste, uno degli edifici simbolo del degrado del quartiere, è teatro di una tragedia. Il ballatoio in ferro del terzo piano si stacca improvvisamente, crollando su quelli inferiori. Due persone perdono la vita e 13 rimangono ferite, sette delle quali sono bambini. Il bilancio tragico è tracciato dal prefetto Michele di Bari alle 3.40 durante la riunione del comitato in prefettura. Sono un uomo di 29 anni, deceduto sul colpo, e una donna di 35, morta al momento dell’arrivo in ospedale, le vittime del crollo.
I 7 bambini coinvolti (13 i feriti in totale) hanno tra i 2 e gli 8 anni. Per loro traumi, fratture e contusioni.

I feriti più gravi sono stati trasportati al Cto e all’Ospedale del Mare, mentre all’ospedale Santobono sono stati accolti i bambini: due ricoverati e accertamenti su altri cinque. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco per scavare tra le macerie e la polizia per mettere in sicurezza l’area.

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Le vittime: un uomo e una donna di 35 e 28 anni

Sono state identificate le due vittime del crollo: si tratta di Roberto Abbruzzo, 28 anni, macellaio della zona, sposato e padre di una bimba piccola, e Margherita Della Ragione, di 35 anni. Una ragazza di 25 anni è in gravi condizioni.

Il sindaco Manfredi ha rilasciato un comunicato: “Siamo profondamente addolorati per la tragedia di questa notte nella Vele Celeste di Scampia. Ho seguito personalmente le operazioni di soccorso ed insieme al Prefetto mi sono recato nella notte sul luogo del crollo per verificare la situazione e per mostrare vicinanza alla popolazione. I nostri servizi sociali stanno fornendo assistenza ai residenti e i tecnici stanno completando i rilievi di sicurezza. Ora è il momento del dolore per chi è rimasto vittima e della speranza per chi è rimasto ferito a cominciare dai bambini, ma proprio per loro voglio anche subito ribadire che il nostro progetto di riqualificazione delle Vele non si ferma e l’impegno per Scampia sarà ancora più forte di prima”.

A Scampia gli sfollati sono al limite: disagi e caldo furente

Abbiamo poca acqua, prendete una bottiglietta a famiglia”, annuncia un operatore della Protezione Civile, mentre distribuisce le bottigliette tra centinaia di sfollati. Ci sono madri con bambini piccoli, anziani e un’atmosfera di preoccupazione e tensione palpabile. Circa 800 residenti della Vela Celeste sono stati evacuati dopo il crollo del ballatoio, un dramma che ha sconvolto l’intera comunità.

L’accesso agli appartamenti è consentito solo momentaneamente per recuperare effetti personali e medicinali, mentre i moduli B2 e B3 sono stati sequestrati dalle autorità per ragioni di sicurezza. Tra i primi a intervenire la scorsa notte c’è stato Gaetano, uno degli abitanti dell’edificio, che ha aiutato a soccorrere i feriti. “Ho preso i bambini fra le mie braccia,” racconta, “e con l’aiuto di altri li abbiamo portati in ospedale.”

Gaetano descrive il caos della notte del crollo: “Quando l’impalcatura è caduta, siamo dovuti scendere e scavalcare i cancelli chiusi coi catenacci per prestare soccorso.” La situazione è difficile, con i residenti costretti a vivere all’aperto in attesa di risposte dalle autorità.

Un abitante, con una bimba di pochi mesi in braccio, esprime speranza: “Devono finire i controlli e poi ci faranno tornare dentro.” Altri, però, sono più scettici e arrabbiati. “Stiamo qui ad aspettare che ci trovino una nuova casa,” dice un altro residente, mentre alcuni inveiscono contro lo Stato e manifestano la loro rabbia.

La situazione sta degenerando, con molte persone che vogliono rientrare nelle proprie case e discutono animatamente con la polizia. “Era una tragedia annunciata,” grida qualcuno, “anche quando misero le bombe a Scampia non fecero nulla. Adesso siamo qui a svenire al caldo coi nostri bambini. È una vergogna.”

In rianimazione al Cardarelli c’è una donna di 25 anni. Nello stesso ospedale sono ricoverate due donne di 53 e 35 anni per traumi riportati nella caduta. All’Ospedale del Mare, un uomo di circa 40-50 anni con emorragia cerebrale e fratture e una donna di 23 anni con fratture. All’Ospedale San Paolo un uomo di 28 anni con tachicardia. I minori ricoverati al Santobono hanno fra i 2 e gli 8 anni e presentano fratture, traumi cranici e contusioni. Due bambine di 4 e 7 anni sono gravissime e ricoverate in Rianimazione con prognosi riservata. Le piccole hanno subito lesioni estremamente serie che tengono i medici in costante allerta. La bimba di 4 anni ha riportato una frattura infossata cranica e un grave edema cerebrale. Nella notte è stata sottoposta a un delicato intervento di craniectomia decompressiva e all’impianto di un sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente, le sue condizioni restano critiche ed è emodinamicamente instabile.

La situazione non è meno grave per la bimba di 7 anni: operata a livello neurochirurgico, presenta una emorragia subaracnoidea e fratture della teca cranica. Anche lei è in condizioni gravissime e i medici mantengono una prognosi riservata, sperando in un miglioramento delle prossime ore.

Gli altri bambini feriti

Non finisce qui la conta delle piccole vittime dell’incidente. Altri tre bambini sono ricoverati in Ortopedia per le fratture subite. Tra questi, una bambina di 10 anni con un trauma maxillo-facciale, una grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e una frattura di femore esposta. Un’altra bimba di 2 anni ha riportato una frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, mentre un piccolo di 9 anni è alle prese con una frattura scomposta prossimale dello stesso osso. Tutti e tre saranno sottoposti in giornata a interventi chirurgici ortopedici, ma le loro condizioni sono stabili. Infine, due bimbe di 2 e 4 anni hanno subito contusioni multiple, un trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali. Per fortuna, per loro non si prevedono interventi chirurgici immediati, anche se restano sotto stretta osservazione medica in Chirurgia d’urgenza.

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Per il quartiere di Scampia è uno choc terribile. La comunità cerca disperatamente di scrollarsi di dosso il marchio di “Gomorra”. I lavori di riqualificazione della Vela B (la cosiddetta ‘Vela Celeste’), finanziati dal Piano Periferie con un investimento di circa 18 milioni di euro, erano stati annunciati ad aprile nel piano di rigenerazione urbana della giunta Manfredi. Il progetto prevede la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura.

Un intervento pensato per lasciare in piedi come simbolo del passato, del quartiere e delle battaglie del territorio per il riscatto. Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su progetto dell’architetto Franz Di Salvo. Negli anni questi edifici sono diventati sempre più sinonimo di degrado, malavita e spaccio di droga.

Nel 1990, la visita di Papa Giovanni Paolo II fu accolta dall’urlo delle associazioni per l’abbattimento delle Vele. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte delle Vele, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di corsi di laurea di Medicina. Dopo le due Vele abbattute nel 2003 e nel 2020, a inizio anno sono iniziate le demolizioni di altri due edifici, la gialla e la rossa.

La Vela Celeste è ancora in piedi, animata da un gruppo di residenti che si fanno chiamare “sognatori abusivi”. Un anno fa, quando il Napoli vinse lo scudetto, addobbarono la struttura di azzurro. Stanotte, invece, non c’è spazio per i sogni. Si scava tra le macerie. La Vela è presidiata dalle forze dell’ordine. All’esterno un centinaio di persone osservano, mentre gli assistenti sociali del Comune procedono al censimento degli sfollati.

Vincenza Troise racconta: “Stavamo cenando, avevamo le porte aperte per il caldo. A un tratto abbiamo sentito un boato fortissimo, come un terremoto. Poi un rumore a ripetizione, erano le impalcature di ferro”. Accanto a lei, Raffaele Lentino annuisce e aggiunge: “Sembrava una batteria di fuochi d’artificio”. Vincenza prosegue: “Si sono rotte le condutture d’acqua. Ho 4 bambini, ci siamo chiusi dentro per la paura perché ho pensato fosse il posto più sicuro. Poi siamo scappati tutti attraverso il ballatoio. È stato terribile”.

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