giovedì, Settembre 19, 2024
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SANTERIA A CUBA E IL CULTO DEGLI ORISHAS

Quien no tiene de Congo tiene de Carabali“, un’espressione per evidenziare che tutti a Cuba hanno almeno un antenato africano.

Nel proverbio cubano c’è tutta l’intensità del legame che unisce la storia di Cuba a quella dei neri d’Africa, portati nell’Isola caraibica dai colonizzatori europei, come schiavi da sfruttare nelle piantagioni di canna da zucchero.

I neri d’Africa hanno fatto dell’Isla Grande delle Antille una terra magica, percorsa da un flusso incessante di spiritualità e d’energia ritmata in musica. Dopo l’Antica Grecia nessuna civiltà aveva forse mai saputo creare tanti miti, un immaginario indomito che ricongiunge i cubani alle origini dei loro antenati deportati dall’Africa.

Il popolo Yoruba, provenienti la maggior parte dalla Nigeria e Benin, strappati dalle loro terre per essere venduti ad una vita di miseria, portarono con sé la loro anima, la loro religione e le loro ritualità. Nel Nuovo Mondo il patrimonio religioso degli Yoruba fu nascosto dietro la facciata dell’iconografia cattolica. Attraverso questo sincretismo gli Orishas, emissari del Dio Olodumare, divinità suprema della religione Yoruba, assunsero le sembianze dei santi cattolici.

Il contatto della religione Yoruba, che a Cuba prese il nome di Regla Lucumi, con il mondo dei bianchi produsse una prima conseguenza nel divieto assoluto agli schiavi di praticare le religioni pagane e l’obbligo di conversione al cattolicesimo. I Gesuiti iniziarono l’opera d’evangelizzazione “insegnando” agli schiavi i fondamenti del cristianesimo. Furono battezzati e ad ognuno attribuirono un nome spagnolo.

I padroni terrieri credevano di aver rubato agli schiavi la loro spiritualità e amavano dire: “Guarda com’è beata questa schiava, passa tutto il suo tempo libero a venerare Santa Barbara”. Quello che ignoravano è che ella in realtà stava pregando Changò, il Signore del fuoco, del lampo e della danza, e che forse pregava anche perché un fulmine la liberasse dal suo padrone. Il culto degli orishas si era trasformato, almeno in apparenza, in culto dei santi, e la religione Yoruba, modificata dall’influenza dei cattolicissimi spagnoli, aveva preso il nome di “Santeria”.

Per gli Yorubas, gli Orishas sono gli emissari di Olodumare, o Dio Onnipotente. Essi governano le forze della natura e il mondo degli umani. Ogni orisha si riconosce attraverso una serie di particolari segni: dai colori ai numeri, dai cibi, che prediligono ricevere sotto forma d’offerte e regali, al tipo di musica da suonare per entrare in contatto con essi. Attraverso i colori, i suoni, le danze e le offerte utilizzate nei riti d’invocazione, l’orisha comprende di essere stato invocato e viene in aiuto di chi lo chiama.

santeria

La musica e la danza hanno un ruolo fondamentale in tutti i riti della Regla e derivano direttamente dalla tradizione Yoruba africana. La musica che accompagna i rituali santeri è quasi esclusivamente composta da basi ritmiche e melodie vocali in cui si alterna una voce dominante, detta “diana” o “gallo“, e un coro. Gli strumenti utilizzati sono tamburi e percussioni chiamati Batà, dotati di valenza sacra e custoditi gelosamente assieme agli altri oggetti sacri nelle case-tempio.

A Cuba i ritmi neri, così come tutte le credenze originarie, sono stati conservati per intere generazioni, pur passando attraverso secoli di schiavitù, colonizzazione cattolica, materialismo di regime e folclorizzazione turistica. Oggi, anche la musica rituale viene eseguita al di fuori delle cerimonie, come espressione artistica folclorica e, di recente, a Cuba sono sorte diverse istituzioni che hanno lo scopo di recuperare e mantenere viva la tradizione musicale Yoruba.

san lazzaro

Per un fedele della Santeria è palese che il Cristo crocifisso rappresenta Obatalà, divinità androgina, orisha maggiore, dio della giustizia e della pace, signore del pensiero e dei sogni, mentre la Virgen de la Caridad del Cobre, identificata come la Patrona di Cuba, è venerata segretamente con il nome di Ochun, orisha dell’amore, del matrimonio e della maternità.

Tuttavia, l’orisha più invocato tanto dai fedeli della Santeria quanto dai cattolici cubani è indubbiamente San Lazzaro, riconosciuto come guaritore sovrano sotto il nome di Babalù Ayé. San Lazzaro o Babalù Ayé è colui che presiede alla guarigione dalle malattie del corpo, le epidemie, le menomazioni, viene raffigurato come un mendicante storpio, coperto di piaghe, vestito solo di una poverissima veste bianca. Però, bisogna rilevare che il più popolare degli orisha a Cuba resta Changò che domina i lampi, i tuoni, il fuoco, i tamburi e la danza e rappresenta la personificazione della virilità. Eppure, curiosamente, attraverso l’iconografia sincretica cattolica, Changò cambia sesso e si trasforma in Santa Barbara.

santera

Sincretismo, spiritualità e magia sono alcune delle caratteristiche fondamentali della Santeria cubana e la possessione attraverso la trance è una parte importante della religione afro-cubana. Durante un bembé, o festa di tamburi, in onore degli Orishas, un Orisha può essere convinto ad unirsi al festeggiamento ed entrare nel corpo per “montare” ciascuno dei sacerdoti a lui consacrati. I canti, i ritmi e i balli sono una supplica agli Orishas perché scendano dal cielo per accorrere all’invocazione dei fedeli.

Gli Orisha raramente “montano” una persona che non è stata iniziata al sacerdozio. Quando questo succede è per segnalare ai fedeli quella persona come un soggetto che ha bisogno di essere iniziato alla religione come sacerdote o come sacerdotessa. La possessione non è mai, però, un evento imposto e da considerare come rituale satanico. Se il prescelto non si sente pronto ad essere “montato”, l’Orisha si allontana da esso con molta discrezione, per poi ritornare in altra occasione più consenziente. Proprio in funzione di questa vicinanza delle divinità con il mondo dei viventi, la magia diventa il mezzo principale di comunicazione e d’intervento sulla natura con un obiettivo che ha un’unica aspirazione e tanti cammini: la felicità.

Note
Alcuni passi dell’articolo sono stati tratti dal libro “Cuba, uno sguardo oltre” di Salvatore Raiola, pubblicato sulla piattaforma Amazon Kindle https://amzn.eu/d/0GqJr9Z
Il copyright del video “ Babalù Ayé, l’orisha della santeria” è di  SalvatoreRaiola Communication
https://youtu.be/vGuDxEQQG24?si=ipidPDdZVhUX0lTt
Le foto inserite nell’articolo sono di Salvatore Raiola

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