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Salvini contro Tajani: “Lo Ius scholae non è una priorità, la legge attuale funziona”

di Stefano Petroselli

Rimini, 21 agosto 2024 – Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha dichiarato che lo Ius scholae non è una priorità nell’attuale agenda di governo. Durante il punto stampa al Meeting di Rimini, Salvini ha risposto alle recenti dichiarazioni di Antonio Tajani, sottolineando che “l’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania. Quindi legge che va bene non si cambia”.

La posizione di Salvini si pone in netto contrasto con le parole del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che nello stesso contesto aveva affermato: “Svegliamoci, il mondo è cambiato. Il Paese è maturo per lo Ius scholae”. Le dichiarazioni di Tajani evidenziano una spaccatura all’interno del governo sull’opportunità di introdurre la riforma.

Ma Piantedosi apre…

Sempre dal Meeting di Rimini, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha mostrato un’apertura più cauta verso la discussione, affermando che “se questa discussione sulla cittadinanza serve ad aggiornare il panorama delle valutazioni che un Paese come il nostro deve fare sui processi di integrazione, va benissimo”. Piantedosi ha insistito sulla necessità di un confronto privo di condizionamenti ideologici.

Inoltre, il ministro ha fatto riferimento a una particolare disposizione già presente nell’ordinamento italiano, che, in un certo senso, rappresenta un primo passo verso lo Ius soli. Attualmente, infatti, un bambino nato in Italia da genitori stranieri può ottenere la cittadinanza italiana se, al compimento del diciottesimo anno di età, ha vissuto in Italia senza interruzioni significative. Questa norma, pur non essendo una forma completa di Ius soli, consente comunque l’accesso alla cittadinanza a chi è nato e cresciuto in Italia, a condizione che abbia mantenuto una residenza continuativa.

Piantedosi ha voluto chiarire che, contrariamente a quanto riportato da alcune fonti, le istruzioni fornite agli organismi competenti per verificare la residenza effettiva sono state recentemente aggiornate. Tali istruzioni ora tengono conto della realtà delle vite delle persone, come i periodi di vacanza trascorsi all’estero, evitando una rigida interpretazione che potrebbe penalizzare chi ha vissuto stabilmente in Italia.

Il dibattito sullo Ius scholae sembra dunque destinato a rimanere acceso, con posizioni diverse anche all’interno del governo. La discussione, tuttavia, non appare essere una delle priorità nell’immediato futuro legislativo, almeno secondo quanto dichiarato da Salvini.

 

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