Il quotidiano Il Giornale ha lanciato la prima pagina con un titolo che non lascia spazio a dubbi: “Vogliono indagare Arianna Meloni”. Il caso è esploso con forza nel panorama politico italiano, e l’editorialista Alessandro Sallusti ha descritto un presunto “gioco di sponda” tra “giornali ostili, magistrati e sinistra”, che sarebbe alla base di una campagna volta a “accerchiare la sorella della premier”. La vicenda ha suscitato una reazione immediata all’interno di Fratelli d’Italia, con numerosi esponenti del partito che hanno espresso sdegno e solidarietà nei confronti di Arianna Meloni, avvertendo: “Non passerete”.
Sallusti e il “metodo Palamara”
Il direttore del quotidiano, di proprietà della famiglia Angelucci, ha evocato il cosiddetto “metodo Palamara”, un sistema politico-giudiziario che, secondo lui, sarebbe stato costruito per “azzoppare l’avversario”. La prova di questo metodo, secondo Sallusti, sarebbe una “attenzione sproporzionata” verso Arianna Meloni, dirigente di Fratelli d’Italia, che potrebbe portare all’accusa di “traffico d’influenze”. Questa tesi è rafforzata dal fatto che la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita aveva recentemente attaccato Meloni per la sua presunta influenza sulle nomine Rai e sul rinnovo dei vertici delle Ferrovie dello Stato, accuse che sarebbero state amplificate da Maria Elena Boschi e Matteo Renzi.
La reazione di Fratelli d’Italia
Il retroscena pubblicato dal Giornale ha scatenato una serie di dichiarazioni da parte dei membri di Fratelli d’Italia. Lucio Malan, presidente dei senatori del partito, ha parlato di un “inquietante possibile sbocco giudiziario della campagna contro Arianna Meloni”. Il capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, ha espresso “solidarietà piena” e ha lanciato un messaggio chiaro ai presunti mandanti: “Non passerete”. Augusta Montaruli, vicecapogruppo alla Camera, ha condannato l’uso della magistratura come “grimaldello per colpire non solo un governo legittimamente eletto ma persone specchiate”, definendo il tutto “meschino, vile e caratteristico delle peggiori dittature”. Anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha accusato la sinistra di agire per “livore, rabbia e odio”, criticando l’accusa implicita di traffico di influenze, un reato che, secondo molti giuristi, è stato “sterilizzato” dal ministro Carlo Nordio.
La vicenda è destinata a sollevare ulteriori polemiche, con Fratelli d’Italia che accusa una parte dell’establishment politico e mediatico di orchestrare un complotto per fermare il governo e le riforme. Il responsabile dell’Organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha diffuso un video in cui ipotizza senza mezzi termini una “cospirazione” contro il governo, evidenziando il tentativo di “inquinare la democrazia”. Il caso Arianna Meloni si preannuncia come un nuovo terreno di scontro politico, con conseguenze che potrebbero influenzare profondamente il panorama politico italiano.
