giovedì, Settembre 19, 2024
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Salento, ricoverata a 8 anni per dolori al ventre: scoperta infibulazione

di Erica  Varoni

Nei giorni scorsi, una bambina di 8 anni è stata accompagnata dal padre all’ospedale Fazzi di Lecce. L’uomo, originario del Mali ma residente nel Salento, aveva portato la figlia a causa di forti dolori al basso ventre. Davanti ai medici, l’uomo ha spiegato che la piccola si era fatta male giocando e che, da quel momento, i dolori non erano cessati, spingendoli a cercare assistenza medica. Purtroppo però i medici hanno scoperto la verità assolutamente terrificante: la piccola era infatti stata sottoposta ad infibulazione, una pratica tribale che ha l’intento di mutilare le donne impedendogli di trarre piacere di natura sessuale durante l’atto.

Contro tutte le donne: l’infibulazione nel 2024

La bambina è stata sottoposta alla pratica a soli 8 anni e la violenza del rito l’ha ridotta con fortissimi dolori al basso ventre. I medici hanno scoperto l’accaduto dopo aver sottoposto la minore ad esami più accurati in seguito al ricovero: il padre aveva detto loro che la bimba fosse caduta mentre giocava in casa con il fratellino. Da accertamenti è stata scoperta la mutilazione degli organi genitali, ampiamente vietata in Italia. Difatti la pena, in caso di condanna per pratiche simili, va dai 4 ai 12 anni di reclusione

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L’episodio riguardante la bambina di 8 anni è stato prontamente segnalato alle autorità competenti per la tutela dei minori dall’ospedale di Lecce, e la Procura per i minorenni ha avviato un’indagine. A livello globale, la mutilazione genitale femminile è riconosciuta come una violazione dei diritti umani. Nonostante ciò, si stima che entro il 2030 circa 68 milioni di ragazze nel mondo potrebbero essere sottoposte a questa pratica. Diffusa in circa 30 Paesi tra Africa e Medio Oriente, la mutilazione è presente anche in alcune aree dell’Asia e dell’America Latina. In Italia e in tutta l’Unione Europea è illegale, e alcuni Stati membri puniscono chi la effettua anche fuori dai confini nazionali. Secondo le stime, circa 600.000 donne in Europa ne sono vittime, mentre altre 180.000 sono considerate a rischio in 13 Paesi europei.

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