domenica, Settembre 8, 2024
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Russia e Cina potrebbero “bloccare” Internet in tutto il mondo. Occidente nel panico, parte la “guerra sotto il mare”

L’allarme è stato lanciato dal magazine The Economist. Ma è da tempo che le principali agenzie di intelligence occidentali sono in stato di forte agitazione per le manovre di Mosca e di Pechino, che sembrano aver iniziato una strategia mirata a boicottare i cavi sottomarini che trasportano le maggior parte del traffico Internet in tutto il mondo. I governi d’Occidente tempono che, in caso di crisi o di conflitto globale, le due superpotenze potrebbero paralizzare il traffico in Rete, o perlomeno danneggiarlo gravemente. Il timore non è affatto campato in aria: Putin, infatti, da tempo ha investito sulle capacità navali della sua flotta per il sabotaggio sottomarino. Ecco dunque che il conflitto latente che preoccupa il mondo si sposta dalla terraferma alle profondità degli Oceani. Come rivela The Economist, “sono molti anni che i governi occidentali si preoccupano silenziosamente della sicurezza dei cavi sottomarini che trasportano la maggior parte del traffico Internet mondiale. Ma solo di recente la questione è stata messa a fuoco, a causa di una serie di incidenti oscuri dal Mar Baltico al Mar Rosso, e della consapevolezza che le infrastrutture, di qualsiasi tipo, sono un obiettivo per la sovversione e il sabotaggio”.

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I cavi sottomarini si estendono per 1,4 milioni di chilometri, abbastanza per andare e tornare dalla Luna tre volte. L’Europa è collegata con l’America da 17 cavi, soprattutto attraverso Gran Bretagna e Francia. In caso di attacco o di sabotaggio, sarebbe praticamente impossibile difendere o preservare questa immensa rete di trasporto dati. Anche perché le manovre ostili potrebbero essere messe in atto in caso di guerra, ma non solo: è evidente che l’interruzione della Rete informatica mondiale causerebbe conseguenze devastanti in qualsiasi momento. E le manovre di sabotaggio potrebbero essere usate anche come forma di pressione o di ricatto al di là dell’inizio di un conflitto globale. Come sottolinea il magazine inglese, “in tutta Europa le spie russe e i loro proxy hanno attaccato servizi legati all’Ucraina, hackerando i servizi idrici… il timore è che le comunicazioni sottomarine possano essere paralizzate in caso di crisi o in tempo di guerra, o intercettate per carpire segreti in tempo di pace. E mentre l’America e la Cina si contendono l’influenza in tutta l’Asia, i cavi sottomarini sono diventati una parte cruciale della loro competizione”. “La Russia”, spiega The Economist, “ha investito molto nelle capacità navali per il sabotaggio sottomarino. Soprattutto attraverso il Gugi, un’unità segreta che opera in acque profonde con sottomarini e droni navali“. Lo stesso capo dell’intelligence della Nato ha sottolineato come i sovietici siano “più attivi di come li abbiamo visti da anni a questa parte”.

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Secondo un rapporto del guppo di ricerca Policy Exchange di Londra, dal 2021 a oggi ci sono stati otto incidenti sospetti – anche se non attribuiti a un preciso responsabile – in cui i cavi sono stati tagliati. E si sono contati più di 70 avvistamenti di navi russe con comportamenti anomali nei pressi delle infrastrutture marine. E che il problema riguardi il mondo intero lo dimostra il fatto che, nello scorso Febbraio, sono stati danneggiati i cavi sottomarini che attraversano il Mar Rosso. Una manovra che ha interrotto la Rete Internet per tre mesi nell’intera Africa Orientale. Anche se probabilmente è stato conseguenza di un incidente involontario, questo fatto ha messo in chiaro quali rischi si possono correre in caso di interruzione delle trasmissioni, specie se ciò dovesse avvenire attraverso il danneggiamento di diversi cavi contemporaneamente. Infine, un attacco alle infrastrutture sottomarine avrebbe enormi conseguenze non solo sulla Rete. Potrebbe infatti “far crollare la flotta di droni statunitense, o minare il sistema di intelligence Five Eyes, che dipende in larga misura dalla sorveglianza di Internet”. Gli americani temono, ancora più della Russia, la Cina, che si è dimostrata più rapida ed efficace in questo tipo di azioni. E che potrebbe utilizzare queste forme di sabotaggio a Taiwan e in tutto il territorio asiatico. Secondo quanto scrivono gli stessi esperti Usa, una volta che il danno si verifica ripararlo è difficile e dispendioso. Ecco perché la “guerra sottomarina” potrebbe rivelarsi il fronte più caldo e più difficile da affrontare per l’intero Occidente.

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