di Emanuela Coppola
Un guasto ferroviario a Roma ha trasformato la giornata in un incubo per molti pendolari, costringendo le Ferrovie a revocare il contratto di una ditta privata responsabile della manutenzione isolando le principali stazioni di Tiburtina e Termini. I pendolari, costretti a rimanere intrappolati in vagoni fermi, hanno visto le loro speranze di un rapido rientro a casa svanire, mentre chi era in grado di muoversi si è riversato in strada, creando un esodo di massa.
La situazione è rapidamente degenerata: le strade della capitale, già congestionate, sono andate in tilt, amplificando il disagio. A complicare ulteriormente le cose, si è verificato un grave incidente in parallelo: un furgone in fiamme nella Galleria Giovanni XXIII ha attirato l’attenzione dei soccorsi, creando ulteriori rallentamenti.
Con il passare delle ore, le code sono diventate interminabili, e il clima di frustrazione si è diffuso tra i cittadini. Nonostante i disagi siano concentrati a Roma, l’eco della crisi ha raggiunto anche le grandi città italiane, dove treni Intercity, Regionali e Alta Velocità hanno subito ritardi significativi.
Roma vive un incubo che ricorda una giornata di pioggia incessante, in cui l’acqua continua a cadere senza tregua. I pendolari possono solo sperare che, come le nuvole, anche questo disagio si dissipi presto.
Il Ministro Salvini chiede chiarezza sulle responsabilità.
Un “chiodo piantato per errore” su un “cavo da parte di un’impresa privata addetta alla manutenzione” è alla base del grave guasto. Il ministro ha espresso la sua delusione per il tempo di reazione inadeguato di fronte a questo errore, sottolineando che “la seconda potenza industriale d’Europa” merita standard più elevati.
