giovedì, Settembre 19, 2024
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Questo o quello, per me, pari sono

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Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone

Criminale o delinquenziale, tra i pochi veri sinonimi, ricorda molto il celebre brano del Rigoletto di Giuseppe Verdi. Con una differenza sostanziale: Rigoletto è un “buffone di corte”, peraltro di fantasia, e può essere quindi ascoltato, godendo del del Bel canto.

La stesso non vale per chi tenta di fare sofismi tra un comportamento del tipo di quello dei responsabili della vera e propria strage sul cantiere fiorentino, che apparterrebbe al mondo del crimine e quello di chi ha causato la morte di Aleksej Navalny, il dissidente russo da far rientrare invece tra quelli delinquenziali.

La realtà è che i protagonisti delle due vicende sono distanti solo nello spazio, soll per caso coevi e, in estrema sintesi entrambi degli assassinii. Si può essere tali in maniera non volontaria, come per la morte degli operai sul cantiere di Firenze o addirittura premeditata, come è accaduto per il dissidente russo nel gulag artico.

Ciò detto, per non mettersi in coda alle dissertazioni del tipo di quelle che un tempo avvenivano tra gli Amanti del Bel Parlare prima accennate, sarà bene concentrare l’attenzione sui fatti di casa Italia. Soprattutto prendendo atto che a nulla vale sentirsi contriti se poi, in quello stesso momento, possono continuare a verificarsi episodi analoghi dovunque. Non sarà certo facile che quanti condurranno le indagini per stabilire a chi sono addebitabili le responsabilità del crollo di Firenze, dopo aver terminato il loro lavoro anche con zelo, potranno dirsi soddisfatti per aver fatto correttamente quanto richiesto dal loro incarico.

Il perchè può essere cercato tra tanti elementi, oggettivi e soggettivi, che hanno fatto si che accadesse quell’ episodio raccapricciante. A questo punto le varie teste pensanti, messe in condizioni di dire la loro, spontaneamente o perchè richiesti di un commento, si saranno lasciati andare in disquisizioni di ogni genere. È mancato, fin’ora, ma è ancora in tempo per proporsi, qualcuno che desse per certo che un diavolo, facendo manovra con il suo veicolo, sia andato a colpire una delle fondazioni, provocando il crollo di parte dell’ edificio. Non si è né indulgenti né superficiali pensando, senza tentare così di giustificare nessuno, che si sia verificata una tragica serie di concause che hanno fatto si che si concretasse quel disastro.

Ciò purtroppo mette in evidenza che dall’ epoca in cui furono costruite le piramidi a oggi, la percentuale dei morti sul lavoro non è cambiata di molto. C’è di più. Al tempo dei faraoni l’utilizzo di macchine che potessero sostituire l’uomo per lavori che comportavano rischio, non erano presi neppure in considerazione, perchè le vite degli schiavi erano ritenute del valore di quelle degli insetti o poco più. Non si esce dal circolo vizioso in cui attualmente gira a vuoto il problema, in Italia più che altrove, causato anche da una burocrazia che non ne ha di simili o quasi altrove.
Ricette magiche pronte all”uso non esistono, quindi sarebbe pura illusione pensare che la soluzione possa uscire dal cilindro di un mago.

Pensare invece di fare più attenzione in tutti i passaggi che la realizzazione di qualsiasi manufatto necessita, dal normare al controllare l’esecuzione in corso d’opera, si può credere che possa avete effetto per la diminuzione di quelle tragedie che con le disgrazie hanno poco da spartire. Se si riuscirà a mettere a fuoco tale obiettivo, probabilmente diminuiranno i tristi episodi degli incidenti del genere descritto sopra che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, negli ultimi anni sono andati, purtroppo, crescendo.

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