Le azioni degli “attivisti del clima” fanno discutere da tempo in tutto il mondo. Dal danneggiamento delle opere d’arte all’inquinamento (!) di tratti di fiumi, sino ad arrivare a quelle che per le persone comuni sono le “dimostrazioni” più dannose e difficili da accettare: i blocchi stradali. A questo proposito, si è concluso in Inghilterra il processo a cinque attivisti dell’organizzazione “Just Stop Oil“, accusati di avere interrotto il traffico sull’autostrada M25 e di avere partecipato a una videochiamata in cui cercavano di raccogliere più adesioni possibile per mettere in atto il loro piano. L’obiettivo del blocco stradale era di protestare contro l’esplorazione del Mare del Nord alla ricerca di giacimenti nuovi di petrolio e gas. Al termine del procedimento giudiziario, le autorità hanno usato il pugno di ferro contro gli attivisti. Quattro di loro sono stati condannati a 4 anni di carcere, mentre il quinto ha ricevuto una pena ancora più severa: 5 anni di reclusione.
Si tratta, come precisano i media britannici, della sentenza più dura che sia mai stata emessa per questo tipo di reati “non violenti”. La M25 è la grande autostrada che circonda Londra, ed è fondamentale per lo snodo del traffico della capitale inglese. I cinque colpevoli la scorsa settimana sono stati giudicati responsabili di “associazione a delinquere finalizzata ad arrecare disturbo alla collettività” . Ma ancora non si sapeva l’entità delle condanne, che ha sorpreso i commentatori di Oltremanica. Insieme alla sentenza, è arrivata anche la motivazione del Giudice a corollario delle decisioni prese. “Vi siete nominati arbitri unici di ciò che andrebbe fatto riguardo al cambiamento climatico”, ha scritto, “senza essere vincolati né dai principi della democrazia né dallo stato di diritto“.
