MAHMOUD DARWISH
POETA TRA I PIU’ IMPORTANTI DEL MONDO ARABO PALESTINESE
A cura di Antonella Di Siena
PROFUGO
Hanno incatenato la sua bocca
e legato le sue mani alla pietra dei morti.
Hanno detto: “Assassino!”,
gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere
e lo hanno gettato nella cella dei morti.
Hanno detto: “Ladro!”,
lo hanno rifiutato in tutti i porti,
hanno portato via il suo piccolo amore,
poi hanno detto: “Profugo!”.
Tu che hai piedi e mani insanguinati,
la notte è effimera,
né gli anelli delle catene sono indistruttibili,
perché i chicchi della mia spiga che va seccando
riempiranno la valle di grano.
DAL POEMA “IL GIOCATORE D’AZZARDO”
Qui, tra schegge di cose
e di nulla, viviamo
ai margini dell’eternità.
Giochiamo a scacchi, a volte,
incuranti dei destini dietro la porta.
Siamo ancora qua
a costruire da macerie
colombaie lunari.
Mahmoud Darwish nacque in Palestina ad Al-Birwa nel 1941 e si spostò per lungo tempo tra Libano, Egitto, Unione Sovietica, Giordania, Cipro, Francia lavorando come giornalista, scrittore, poeta. Nelle sue opere letterarie di spicco traspare la tormentata sofferenza vissuta per la violenza subita a causa del conflitto arabo-israeliano e per il suo stato di “alieno”, ospite nel proprio Paese. Il suo struggente anelito alla Pace non è mai scisso dal profondo desiderio di giustizia: senza giustizia non c’è pace, autentica convinzione che percorre i versi commoventi di Mahmoud Darwish, anche se molto del suo universo artistico non è ancora tradotto in italiano.
Antonella Di Siena