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Perchè si ricordi: oggi ricorre il triste anniversario dell’attacco alle Torri di New York

 

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Durante l’estate, qualcuno con i venerdì giusti ha lavorato sodo per la UE. Il Professor Mario Draghi, questa è la qualifica che più gli si confà, nei giorni scorsi ha iniziato il tour di presentazione dello studio sullo stato della UE. Tale studio gli era stato commissionato all’ inizio dell’anno dalla Presidente della Commissione
Europea Ursula Von der Leyen per controllare il battito e la pressione di quella realtà geopolitica. Che la stessa non sia in forma non è una novità, mentre lo è, peraltro grossa, quella di aver affidato il compito di effettuarle un check full immersion. Esso ha richiesto una buona dose di impegno, la Commissario si è assunta una bella responsabilità. È stata la particolare articolazione dei test da effettuare che ha fatto cadere la scelta su quel Commis di alto livello. Questi, solo per fare un ripasso a la volè, in precedenza ha ricoperto più di u incarico all’interno della Casa Comune: tale circostanza gli conferisce quanto di meglio si potesse trovare.
Si può avere un’ interessante idea dell’importanza di poter disporre di un consulente del genere, con una formazione a tutto campo (non di campo largo, n.b!), attingendo alle descrizioni del mondo classico. Nella Roma dei Cesari si diceva, infatti, “cave hominem unius libri’ , guardati dall’avere accanto quell’uomo acculturatosi con un solo libro o tipo di conoscenze. Ciò per dare la precisa idea della limitatezza e quindi scarsa efficacia di una cultura monotematica. Il Professore, nel recente passato, si è occupato di diversi aspetti del funzionamento della UE, concludendo la sua carriera, almeno fino all’accettazione dell’attuale nuovo incarico, dopo aver espletato quelli di Premier nella sua terra di origine, l’Italia. Quella che segue è una sintesi estrema delle sue considerazioni, conclusioni e indicazioni sulla Ninfa fuori forma, per evitare che non possa più partecipare agli eventi che la vedono protagonista. Al sodo. Quello che fino alla metà del secolo scorso era lo spazio dove vivevano popoli caucasici si, ma di tante specie diverse, man mano si è evoluto in una forma di nuova realtà geopolitica, dove sono diventate opportunità e occasioni per tutti i paesi che ne fanno parte, mentre prima erano appannaggio solo di alcuni di essi. Negli ultimi anni, anche quando non clamorosi, molti inconvenienti si sono presentati, evidenziando quanto fosse importante agire insieme, sia nei confronti di eventi positivi che negativi. In questi ultimi anni, anche per fatti che esulano da ogni intervento del parlamento di Bruxelles, sono diverse le disfunzioni che si sono fatto largo, dal Covid ai fatti d’armi, spiazzando anche il resto del mondo. Senza contare l’uscita dell’ Inghilterra da quella realtà, essendone stata tra i paesi fondatori. È inutile rivangare quanto ciò sia stato negativo sia dal punto di vista politico che di quello commerciale. Al momento il primo indicatore del cagionevole stato di salute della vecchia/giovane realtà, se non protagonista, almeno comprimaria, del film che il mondo gira da anni quotidianamente e non stop. Si tratta del creare ricchezza e farlo al meglio: usare tecniche che ottimizzino la produttività, tra di esse la ricerca scientifica. Attualmente il suo strumento di monitoraggio è la produttività che è decisamente bassa. La relazione di Draghi, a seguito anche di tale rilevazione, indica la scarsità di quella componente come un sostanzioso handicap per la ripresa. Ex aequo si dispongono la possibilità di far debito in proprio oltre che da parte dei paesi componenti e scarsità degli investimenti programmati, da ridimensionare quanto prima. Quanto fin qui riportato vuole essere un riporto di una chiacchierata di quattro amici. La relazione completa, 400 pagine tra parole, numeri e grafici inizierà da subito il giro di presentazioni alle varie istituzioni internazionali, sempre illustrate dall’ Autore. Prima di darci un taglio, è bene sottolineare che le conclusioni a cui arriva Draghi sono del genere “così è, se vi pare”, aggiungendo a margine “anche nel caso contrario”. Detto al bar, dopo la messa, vale: “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Per chiudere quindi la parentesi usata come indicativa di questa noto, è da tener assolutamente in vita il ricordo delle Torri Gemelle. Oggi ricorre l’anniversario di quanto accadde a New York oltre 20 anni fa. Il pericolo del bis, in Europa, è sempre attuale.

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