domenica, Settembre 8, 2024
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Perché l’Italia non è e non sarà isolata in Europa

Continuo a leggere di una Italia fuori dai margini del libro mastro europeista, per colpa della decisione del nostro governo di non accodarsi al voto sulla Von Der Leyen. Provo a mettere in fila alcune considerazioni sul perché non credo che la ricostruzione sia vera.

1. I commissari non sono dei lobbisti per conto dei governi; anzi, a leggere i trattati è espressamente vietato al commissario anche solo dare l’impressione di appoggiare dossier nazionali o facilitarne i percorsi. Certo, non è un mistero che in quelle sedi si cerca di usare il proprio potere per farlo ma questo si esaurisce in un normale scambio di relazioni il cui intreccio avviene per lo più all’interno del Consiglio europeo.

2. Chi continua ad affermare che per colpa del no alla presidenza VDL l’Italia sarà penalizzata sul Pnrr piuttosto che sulle prossime manovre, esprime una opinione e non una verità: non è che con Gentiloni vicepresidente i governi precedenti fossero stati “facilitati”. Subiremo lo stesso trattamento degli anni passati, anni in cui si pretendevano dai governi di fare i compiti.

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3. “La Meloni avrebbe dovuto privilegiare gli interessi nazionali alla sua posizione di leader dei Conservatori europei”, dicono. Ma secondo voi nelle democrazie evolute, dopo una campagna elettorale dove ogni “famiglia politica” cerca voti sulla base di proprie tesi e visioni politiche, terminato quel voto si accettano le grandi ammucchiate? Provate ad andare in America e dire, dopo che si sono scannati: “cari democratici e cari repubblicani, il popolo ha eletto un presidente però ora governiamo tutti assieme”. Ovviamente non lo accetterebbero. In Europa, invece, dove il popolo non conta un tubo, popolari, socialisti, liberali e verdi si mettono puntualmente insieme per spartirsi potere e poltrone. Vi sembra normale?

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  1. L’America. Se, come sembra, dalle elezioni del 5 novembre dovesse uscire vincitrice la coppia Trump/Vance, la loro road map è totalmente diversa da quella tracciata dalla Von Der Leyen. Trump parla di trivelle e di carbone (nessun delirio green, ha dichiarato); ostacolerà l’ingresso delle batterie che non siamo Made in Usa (quindi non sufficienti alla transizione); sarà intransigente sull’applicazione di dazi commerciali verso la Cina e pure verso l’Europa; promette rilancio per l’industria americana con aiuti di Stato, tagli fiscali e protezionismo contro una Cina che sta mantenendo l’industria. In Europa siamo ancora alle prese col divieto degli aiuti di Stato alle imprese!
  2. Ucraina e guerre. Ricordato che Trump ha già dimostrato la sua allergia ai conflitti, non continuerà la politica di Biden e costringerà l’Europa a risolversi la questione ucraina al netto degli aiuti Usa. Questo significa che l’Europa dovrà rivedere totalmente la propria postura bellica (perchè di questo parliamo) e aprire i forzieri per creare un esercito. Con quali soldi si pensa di fare l’Esercito e nello stesso tempo finanziare la transizione verde? E soprattutto, qualcuno chiederà mai ai cittadini se vogliono ancora armi e guerre?
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