Intervista di Roberto barghigiani
Venezia, una città conosciuta in tutto il mondo, dove ogni giorno viene visitata da migliaia di persone, anche le piu incredidibili. Infatti in un bar a Piazza San Marco, riconosco un personaggio insolito da vedere. In arte si chiama Pat Di Bat, una fumettista dell’estremo, i suoi fumetti sono amati dagli orientali, dove donne stupende vengono uccise. Mi avvicino con garbo e comincio a conversare con lei.
Ciao Pat, posso farti alcune domande?
Ciao, certo, ma prima vorrei sapere che hai fatto a riconoscermi.
Hai ragione, perché la tua immagine non è pubblica, ma come giornalista, sono molto attento alle immagini e hai pubblicato sui social e la mia fortuna è che ho una memoria fotografica. Come nasce la storia di fumettista dolcett?
La mia ricerca era di non fare il classico fumetto banale, cercavo delle situazioni dove c’erano pochi artisti dedicati, fino a quando sono capitata in siti americani, inglesi e giapponesi, siti che esaltano la donna come consumazione di un pasto, veri atti fantasiosi di cannibalismo. Solo che non mi facevano provare alcuna emozione. Storie fredde, senza sesso, dove la donna è usata come un animale o un oggetto. Quindi ho scritto la prima storia, disegnata male… “film dolcett” e ho cercato di immedesimarmi nelle vittime, capire gli stimoli, che creano una fantasia contorta, dome si ama la sottomissione estrema, dove si ama il dolore. Ma la storia non mi ha soddisfatto.
Si, ho visto la storia e letta, ma il tuo fumetto più conosciuto è “Farmhaus Dolcett” ma perché Dolcett?
Queste sono due domande… “Farmhaus Dolcett è un fumetto lungo, ma mi sono immedesimata nella parte principale, è stato tradotto in nove lingue e ho vendto molte copie. La storia di una donna di successo che ha una doppia vita, una manager di giorno e una masochista la notte. Si dice Dolcett perché è il primo a scrivere fumetti del genere, dove donne stupende si offrono volontarie come carne. Qusto mi è piaciuto molto, perché l’uomo quando strupra una donna, esalta il suo essere, cerca di dominare la donna e se questa dice no, quel no è calcolato un si. Non è cosi che deve essere, ci sono uomini con al u maiuscola e animali. Il maschio deve cercare la donna compiacente, se la trova allora può iniziare il gioco del sesso, con regole che la coppia stabilisce, ma se la donna o uomo dice no, quel no deve essere sacro, il gioco deve fermarsi, nel rispetto della vita altrui. Per questo piacciono i miei fumetti, perché nel gioco, è la donna che comanda, l’uomo è il mezzo, il servitore, la realtà virtuale che non deve fare altro che dare il giusto piacere alla donna e in esso trova piacere. In molti fumetti, si crea il dolre della donna, come vittima esaltando il piacere del carnefice, ma una donna che è anche carnefice di se stessa, non si vede spesso. Per questo ancora oggi l’artista Dolcett piace, per questo ho sucesso con i miei fumetti.
Immagino che hai molte richieste di storie da uomini, o no?
Ho degli uomini che mi scrivono le loro fantasie, ma i grandi clienti sono le donne, mi srivono le loro fantasie e mi inviano anche le loro foto per partecipare virtualmente a una mia storia, alcune da carnefice, ma quasi tutte da vittime. Loro scelgono che ruolo avere in un mio fumetto e ancora più interessante, lo tengono nascosto dal loro compagno, giocando con loro stese quando leggono la storia.
Quindi il nostro è un mondo malato?
No, non è malato, le fantasie, sono come certi sogni, devono rimanere tali. Ti faccio un esempio, io disegno con Paint di Windows, altri miei colleghi, disegnano con Poser o Daz, ma non hanno successo, perché le immagini sono troppo realistiche, non sviluppano le fantasie del soggetto che leggono le loro storie. Invece una immagine grafica, anche se è crudele è surreale non realistica. Questo tiene distante la mente di chi legge e non trascinde mai la realtà dalla fantasia. Solo creando un grande distacco ottieni interesse e complicità. Se crei immagini realistiche rischi di sviluppare una mente malata, perché è troppo realistica.
In altre parole fai una specie di educazione sessuale?
Si, perché quando uno legge le mie storie e vede una situazione reale, nel reale rimane schifato, si altera per non poter difendere in qualche modo la vittima e questo è un bene. Chi ama è legge storie di violnza pura, non prova dolore per la vittima.
Perché per te esistono nelle grandi città il fenomeno delle Baby Gang?
Per il mio umile parere, le Baby Gang esistono perché i genitori hanno lasciato troppa libertà di internet ai loro figli, la gang non la crea un genitore, la crea un lider di un gruppo. I miei fumetti sono solo per adulti, ma un ragazzino sveglio, entra nel web dark, e li non esiste età e limiti, trovi di tutto. Gli stessi videogiochi esaltano l’odio e violenza. I ragazzi sono passati da super eroi a uccidere e picchiare senza frontiere. Ora intervenire è tardi. Solo il genitore deve intervenire e purtroppo in modo brutale. Far si che i giovani che si riuniscono non siano per la violenza. Le stesse forze dell’ordine devono avere più potere. Oggi si da una importanza agli extracomunitari, si arrestano, ma poi nulla accade, e chi porta la divisa, si sente un po’ preso in giro dai vertici politici. Se volessimo ottenere qualcosa, chi delinque in italia, dovrebbe scontare la pena al paese di appartenenza, allora si che poi tutto cambia, perché le nostre carceri, sono villeggiatura, se un estracomunitario sa che se delinque torna in carcere al suo paese, ci pensa più volte prima di delinquere.
Questa è Pat Di Bat, una fumettista dell’estremo.
