lunedì, Settembre 16, 2024
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Orban da Putin per conto di Trump? Lo Zar prepara il “Nuovo Ordine Mondiale”

E’ una domanda che si pongono in molti, dopo la decisione unilaterale del Premier ungherese Orban di recarsi in visita da Putin senza concordarlo con gli Stati dell’Unione Europea (pur essendo presidente di turno della stessa Ue). Il dubbio degli analisti è che questa mossa sia stata preparata insieme a Trump durante l’incontro dello stesso Orban con “The Donald”, avvenuto nello scorso mese di Marzo negli Stati Uniti. Federico Rampini, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, se lo chiede apertamente. “Al Cremlino, è possibile che Orban sia stato latore di un messaggio americano, o quantomeno di confidenze sulle intenzioni di Trump?“. La sempre più probabile vittoria del tycoon alle elezioni presidenziali del 5 novembre, in effetti, cambierebbe il quadro e non di poco. Per questo Putin resta in attesa, e non si sbilancia su eventuali negoziati di pace. Perché Trump stesso ha dichiarato che, se verrà eletto, porterà la pace “in 24 ore”. Probabilmente riconoscendo alla Russia i territori conquistati in Ucraina in cambio di un cessate il fuoco immediato. Una conclusione che, secondo Rampini, sarebbe “crudele per il popolo ucraino e pericolosa per la futura sicurezza dell’intera Europa“.

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Nell’attesa di scoprire cosa succederà il 5 Novembre, Putin sta giocando tutte le sue carte. E sta cercando di apparecchiare una sorta di “nuovo ordine mondiale” che indebolisca il G7 e la Nato. Ne abbiamo avuto un assaggio durante le sue recenti visite in Cina e in Corea. Il leader del Cremlino sta creando un’alleanza fra diversi Paesi in funzione anti Occidentale. Oltre a Pechino e alla Corea del Nord, sono coinvolti in questo progetto anche il Venezuela e soprattutto l’Iran. Certo, portare in coalizione un Paese islamico che da tempo cerca di dotarsi di armi nucleari potrebbe sembrare un azzardo. Ma in questo momento, al Presidente sovietico importa soprattutto di rendere il più inoffensivi possibile i nemici occidentali. In questo piano rientrano anche i rapporti con i Paesi del Sud del mondo che non hanno aderito alle sanzioni anti Russe volute dall’Alleanza Atlantica. Tutte mosse che porterebbero, secondo Rampini, a “organizzare intorno a Pechino delle geometrie variabili di alleanze fra Paesi emergenti”, fra cui i Brics. Con l’idea “di rendere sempre meno decisivo il nostro G7”. Se questo piano riuscisse, il mondo ne uscirebbe completamente cambiato, con un quadro geopolitico nuovo e tutto da decifrare.

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