lunedì, Settembre 16, 2024
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Comportamenti da Basso Impero, talvolta ancor più deplorevoli

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Lo scorso fine settimana è stato caratterizzato da diversi eventi che lo hanno reso assimilabile all’arco di tempo che impiegano gli artificieri quando devono disinnescare un ordigno bellico inesploso. Quel residuato, pur essendo rimasto sotto terra per molti anni, quasi sempre è ancora in grado di provocare morte e distruzione se non trattato con la competenza necessaria. Così, chi decide come maneggiarlo dovrà tener presente senza alcun indugio che, anche se neutralizzato, quell’ordigno avrà già causato danni, materiali e immateriali, seppure di altro genere. Così la scoperta di indizi fatta circa tre anni fa dalla Guardia di Finanza all’interno degli uffici della Regione Liguria o a essa ricollegabili, è stato finalmente svelato agli italiani e non solo a loro. Questa volta sembra che sia citato in chiaro, senza “si, ma…” o “no, però…”.

È riferito al Malaffare, così deve essere definito quel modo di mestare tra pubblico e privato. Nella migliore della ipotesi quanto sta venendo ora a galla completamente, farà “drizzare i capelli agli osservatori stranieri, comprese le agenzie di rating e e le istituzioni creditizie che operano a livello globale”. Per dare un’idea più esplicita dell’accaduto, basta ricordare, anche senza approfondire, che a Genova o in trasferta (luoghi di vacanza alla portata di sceicchi o tycoon d’altura), si compravendeva tutto ciò che per legge non si sarebbe potuto fare. Si metteva in essere un vero e proprio mercimonio di grande portata. C’è dell’altro. È ancora nella UE il Presidente cinese XI Jimping, che, accompagnato da una voluminosa corte di funzionari e giornalisti, sta facendo un giro di visite in diverse capitali della stessa.

Dopo cinque anni di assenza ha voluto ripresentarsi ai capi di stato che dovrebbero essere partners del progetto “la via della Seta”.

È probabile che le ragioni che hanno spinto Xi a fare quel passo siano riferibili allo scopo di mantenere in tiepido almeno le impalcature provvisorie in attesa di quanto accadrà una volta risolti i conflitti che sono esplosi nell’ultimo triennio. Non sarebbe quindi disdicevole che tutti incrociassero le dita. Che il tour di XI e della delegazione che lo accompagna sia iniziato con l’atterraggio a Parigi qualcosa avrà voluto significare.

La volta scorsa, a accogliere la carovana assortita in maniera simile, fu Roma. Dopo l’invio della missiva da parte del Presidente Mattarella al Governo di Pechino, che conteneva la sopravvenuta rinuncia dell’Italia a far parte di quell’intesa. Quindi alla scadenza tirarsi fuori dal gruppo dei paesi disponibili dalla prim’ora a collaborare con Pechino per portare avanti quel progetto geopolitico. Di conseguenza la reazione del Governo cinese poteva rientrare nelle previsioni. Così, se nel viaggio ancora in corso non è stata prevista la tappa di Roma, non c’è da stupirsi. XI si è adeguato agli usi occidentali e ha preferito comportarsi con nonchalance. Forse l’episodio non è stato del tutto negativo.

Non è difficile immaginare la cappa di imbarazzo che avrebbe caratterizzato i colloqui che si sarebbero svolti dopo la caduta sulla testa della politica del Paese della tegola ligure. Il particolare aggiunge solo colore al buio di quella vicenda. D’ora in poi, fino all’esaurimento degli impegni elettorali, saranno sempre pronti a rincorrersi uno o più cani e diverse volpi.

Con una caratteristica: rispetto ai ruoli svolti in natura, univoci per eccellenza, quelli appena accennati saranno tra di loro intercambiabili.

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