giovedì, Settembre 19, 2024
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Nuovi casi di febbre Oropouche in Italia: quali sono i sintomi e come difendersi

La febbre Oropouche è una malattia causata da un arbovirus, il virus Oropouche, che si trasmette principalmente attraverso il morso di insetti vettori come il Culicoides paraensis, un tipo di moscerino. Questo virus è endemico in alcune aree dell’America meridionale e centrale, soprattutto in paesi come Bolivia, Brasile, Colombia, Perù e Cuba, nonché nei Caraibi. Ora questa malattia è arrivata in Italia con due casi accertati in Lombardia, un caso in Veneto (il primo registrato in Europa, un uomo di 45 anni di ritorno dai Caraibi) e uno in Emilia-Romagna. I sintomi della febbre Oropouche si manifestano solitamente dopo un periodo di incubazione che va dai 4 agli 8 giorni (ma può arrivare fino a 12 giorni). I sintomi comuni includono:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari e articolari diffusi
  • Brividi
  • Nausea e vomito

Nei casi più gravi, la malattia può causare meningite asettica o virale. La meningite asettica è una forma di meningite che si presenta senza la presenza di batteri, ma con sintomi simili a quelli della meningite batterica. Il virus Oropouche viene trasmesso principalmente attraverso il morso del Culicoides paraensis, che vive in aree boschive e vicino alle zone acquatiche. Altri insetti come alcune specie di zanzare possono fungere da vettori secondari, ma attualmente non ci sono segnalazioni di questi vettori in Europa.

L’équipe dell’Unità di Bioemergenze dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, diretta da Maria Rita Gismondo, ha appena annunciato di aver messo a punto un test per diagnosticare la malattia. È grazie a questo che è stato possibile individuare i due casi in Lombardia. Poterne usufruire è fondamentale perché “di fronte alla diffusione di virus, anche se non ci sono rischi nel nostro Paese, è sempre importante – spiega Gismondo – non sottovalutare i sintomi e i dati epidemiologici e rivolgersi ai laboratori di riferimento”. L’OMS consiglia, come strategia di prevenzione nei luoghi in cui è attualmente diffuso il virus, l’utilizzo di protezioni meccaniche, come reti antizanzare per coprire i letti, e chimiche, come repellenti sia per l’ambiente che per uso umano (il dietiltoluamide, o DEET, e la deltametrina sono infatti efficaci contro entrambi i vettori, sia il Culicoides che la più rara Culex).

 
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