venerdì, Settembre 20, 2024
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Morte bracciante agricolo, la vedova godrà di un permesso di soggiorno speciale

C’è ancora dolore e sdegno in tutta Italia per la morte toccata in sorte a Satnam Singh, il bracciante di origini indiane, morto dopo una lunga agonia dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro ed essere stato abbandonato dal suo datore di lavoro davanti casa sua a Borgo Santa Maria, provincia di Latina, invece di essere trasportato in ospedale. I familiari del proprietario dell’azienda, Antonello Lovato, cercano di difenderlo, ma la testimonianza di un altro bracciante indiano, resa ai carabinieri, lo mette nei guai. Intanto la moglie, che era tornata irregolare di fronte alla legge italiana, non sarà espulsa. La donna godrà di un permesso di soggiorno speciale di giustizia.

Renzo Lovato, padre di Antonello, difende così il figlio, senza però fare cenno alla sua grave omissione di soccorso: “Mio figlio aveva avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua. È stata una leggerezza, purtroppo. Ed è costata cara a tutti”.

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Anche il cugino di Antonello Lovato illustra una opinabile versione dei fatti: “Antonello si è fatto prendere dal panico. Ha visto quel sangue, la moglie di Navi che urlava: ‘A casa, a casa’. L’ha portato lui in furgone e ha atteso che arrivasse l’ambulanza. È stato il caporale, un indiano, a convincerlo a lavare il pullmino”.

La vedova di Satnam, Soni, non sarà espulsa

Subito dopo la morte di Satnam, le autorità erano intervenute e a norma di legge avrebbero dovuto confiscare la baracca in cui vivevano marito e moglie. Ed espellere quest’ultima in quanto irregolare. A quanto si apprende, però, Soni – questo il suo nome – è stata convocata nel pomeriggio di oggi, 21 giugno, è stata convocata nell’Ufficio passaporti di Latina. Soni sta per ricevere il permesso di soggiorno di giustizia dopo quanto accaduto a suo marito. Era accompagnata nell’ufficio da Hardeep Kaur, segretaria della Flai Cgil di Latina e Frosinone.

La testimonianza che mette nei guai Antonello Lovato

Ma a mettere nei guai il titolare dell’azienda agricola dove ha perso la vita Satnam Singh è un testimone, anche lui indiano e irregolare in Italia, che ha parlato con i carabinieri: “Il signor Lovato non era in preda alla paura. Ha trovato il tempo di spegnere la macchina agricola, caricare il corpo di Satnam sul furgone, abbandonarlo davanti a casa. È andato a farsi una doccia, ha lavato il furgone e cercato due avvocati. La moglie di Navi lo aveva pregato di portarlo in ospedale”.

Il racconto dei testimoni

Secondo quanto riportato dai testimoni oculari, dunque, l’incidente è avvenuto mentre Singh stava operando con una macchina agricola. Un tragico errore ha causato il tranciamento netto di tutto il suo braccio, lasciandolo gravemente ferito e in condizioni disperate. È stata sua moglie a dare l’allarme, bussando alle porte dei residenti della zona urlando “marito tagliato”, segnale di una tragedia ancora più grave di quanto inizialmente compreso. Ilario Pepe, uno dei primi ad intervenire, ha descritto la scena come spaventosa a Fanpage: “Non capivamo inizialmente la gravità della situazione. Pensavamo avesse bisogno solo di alcuni punti, ma quando l’abbiamo visto mancare di tutto un braccio, abbiamo subito chiamato il 118”. Pepe è stato anche il primo a intercettare l’imprenditore che aveva trasportato Singh e che, invece di portarlo in ospedale, lo ha abbandonato lungo una strada deserta.

Una residente ha raccontato con sgomento: “La cassetta per la frutta con il braccio di Satnam Singh è stata trovata tra i secchioni dell’immondizia, mentre lui giaceva a pochi metri di distanza. È stato un gesto disumano”. Singh è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, ma purtroppo i medici non sono riusciti a salvargli la vita. È deceduto il giorno successivo, lasciando dietro di sé una moglie devastata e una comunità in lutto. “Noi eravamo nel nostro giardino quando abbiamo sentito le urla”, ha raccontato Noemi Grifo, una vicina di casa. “Abbiamo cercato di aiutarlo fino all’ultimo, ma la situazione era troppo grave. Chiediamo giustizia per questo crimine spietato. Il responsabile deve pagare”.

 
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