venerdì, Settembre 20, 2024
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“L’Urlo” dell’artista canadese nativo americano Kent Monkman

“L’Urlo” il dipinto che raffigura una scena caotica

Il dipinto illustra la pratica della cosiddetta “assimilazione aggressiva”: le madri native americane sono trattenute dalla Royal Canadian Mounted Police (Mounties), le famose “Giubbe Rosse”, mentre si lanciano verso i loro figli, che sono stati strappati dalle loro braccia dai preti cattolici.

di Giovanni Conticelli

“L’Urlo” ( “The Scream”) è un dipinto realizzato nel 2017 dall’artista canadese di origine Cree (tribu’ di nativi americani) Kent Monkman (nato a St. Mary’s, Ontario, Canada il 13 novembre 1965) che misura 208,28 cm x 320,04 cm e che si trova al Museo delle Belle Arti di Denver (Denver Art Museum) 100 W 14th Ave. Pkwy. Denver, Colorado, USA.

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Kent Monkman è anche un musicista membro della band “Fisher River” attiva nella regione di Interlake, nel Manitoba, Canada.

È un artista visivo che lavora con una varietà di media come pittura, film/video e installazioni. Ha tenuto molte mostre personali in musei e gallerie in Canada, Stati Uniti ed Europa. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali per la sua reinterpretazione colorata e ricca di dettagli dei tradizionali dipinti della frontiera americana e canadese in particolare e per la sua rivisitazione del passato coloniale del territorio canadese. 

Nel 2017, Monkman ha ricevuto il “Bonham Center Award” dal “Mark S. Bonham Center for Sexual Diversity Studies” dell’Università di Toronto, per i suoi contributi al progresso e all’educazione delle questioni relative all’identificazione sessuale. Ha anche accettato il titolo onorifico di “Gran Maresciallo” per la parata del Pride di Toronto quell’anno, citando l’importanza del 150° anniversario dela nascita del Canada e sensibilizzando il pubblico sul suo lavoro.

In quella occasione, la curatrice del museo d’arte dell’Università di Toronto, Barbara Fischer, ha allestito la mostra di Monkman, “Vergogna e pregiudizio: una storia di resilienza”.

La mostra combinava manufatti fisici provenienti da musei e archivi di tutto il Canada con lo stile pittorico di Monkman alle prese con il colonialismo, con l’obiettivo di “creare un attrito provocatorio tra i miti nazionali canadesi, l’esperienza indigena e le pratiche artistiche tradizionali europee”.

La ​​mostra ha cercato di valorizzare l’esperienza indigena, guardando anche a ciò che i 150 anni del Canada hanno significato per gli indigeni che si trovavano lì prima dell’arrivo dei coloni.

Kent Monkman nel 2020 è stato alla ribalta delle cronache internazionali per il suo molto discusso dipinto “Hanky ​​Panky” (che in italiano può essere reso con “Imbroglio”) che raffigura il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, trattenuto contro la propria volontà in pose sessualmente esplicite. 

“L’Urlo” raffigura una scena caotica. Le madri sono trattenute dalla Royal Canadian Mounted Police (Mounties), le famose “Giubbe Rosse”, mentre si lanciano verso i loro figli, che sono stati strappati dalle loro braccia dai preti cattolici. Quella scena racchiude l’angoscia della storia fin troppo reale di assimilazione aggressiva che ha visto i bambini strappati alle loro famiglie e portati nelle scuole residenziali indiane, dove hanno avuto luogo altri indicibili abusi. 

Alla fine del XIX secolo, il governo canadese adottò infatti una politica di “assimilazione aggressiva” nei confronti delle popolazioni indigene. Più di 150.000 bambini della nazione indigena, Inuit e Métis, sono stati allontanati con la forza dalle loro case e collocati in scuole “residenziali indiane” per apprendere i valori cristiani. I bambini erano tenuti in condizioni terribili ed era loro proibito di parlare la loro lingua madre.

Questa atroce pratica è stata in vigore per oltre 100 anni, dal 1880 al 1990, guidata dalla Chiesa cattolica con l’approvazione del governo canadese.

È stato guardando i dipinti al Museo del Prado di Madrid circa un decennio fa che Monkman si è volutamente appropriato delle tradizioni artistiche occidentali dei dipinti storici (e dei colori vivaci) per raccontare la storia de “L’Urlo”: questa è una storia condivisa, sembrava dire. 

Il dipinto è dedicato alla nonna di Monkman, sopravvissuta al sistema delle scuola residenziali indiane; la prima volta che ha parlato della sua esperienza a scuola è stato sul letto di morte. 

Nel maggio 2021, a Kamloops, nella Columbia Britannica, Canada sono state scoperte tombe non contrassegnate contenenti i resti di 215 bambini in un’ex scuola residenziale. Solo poche settimane dopo, sono state trovate 751 tombe senza nome in un’altra scuola residenziale nel Saskatchewan. E ancora: il 30 giugno sono state scoperte altre 182 tombe senza nome nei pressi di una scuola residenziale in un’altra località della British Columbia.

Dalla prima scoperta delle fosse comuni a maggio 2021, in Canada il dipinto di Monkman è stato ampiamente condiviso in post che riflettono il disagio collettivo di fronte a questi nefasti e orrendi fatti. 

@GC

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