di Olimpia Fumagalli
Gennaro Sangiuliano ha concluso il suo mandato come ministro della Cultura con un decreto di nomina che ha inserito una decina di esperti nella commissione incaricata di selezionare i film da sovvenzionare con fondi pubblici. Un organismo chiave, che gestisce oltre 50 milioni di euro destinati al sostegno della cinematografia italiana, rappresentando uno strumento strategico per orientare la produzione culturale nazionale. Sangiuliano, ex direttore del Tg2, ha utilizzato il suo incarico per rafforzare il controllo di una parte del mondo culturale, solitamente considerato di appannaggio della sinistra, favorendo personalità a lui vicine.
Il nuovo ministro Giuli alle prese con le eredità
Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, eredita una situazione complessa, con 18 consulenti già nominati e l’ambizione di Sangiuliano di arrivare a 30, superando di gran lunga il numero di consulenze del suo predecessore Dario Franceschini.
Le accuse di Maria Rosaria Boccia
consulente Maria Rosaria Boccia ha denunciato la presenza di “donne amiche” all’interno del cerchio di Sangiuliano, facendo esplicito riferimento a Beatrice Venezi, nota per le sue posizioni di estrema destra e consulente per la musica a 30mila euro l’anno. La Venezi, sostenuta dal presidente del Senato Ignazio La Russa, ambisce a posizioni di rilievo nel panorama culturale italiano, con prospettive di dirigere importanti teatri lirici e incarichi legati al G7 della Cultura.
Un sistema di fedeltà politica
Il sistema creato da Sangiuliano si basa su una rete di nomine politiche e territoriali, con forte presenza di personalità campane, come Silverio Sica, legale del ministro, e suo fratello Salvatore, nominato consigliere per la tutela del diritto d’autore.
Le nomine di Sangiuliano rappresentano l’eredità più controversa del suo mandato alla guida del Ministero della Cultura. Nella commissione per i film, tra gli esperti menzionati, vi sarebbero, oltre a giornalisti come Francesco Specchia di Libero e altri collaboratori, anche una figura femminile invisa alla grande accusatrice Maria Rosaria Boccia. Si tratterebbe dell’avvocata Manuela Maccaroni, da un anno presidente dell’Osservatorio per la parità di genere del dicastero. Con la nuova nomina, Maccaroni riceverà 15.000 euro, un riconoscimento da parte del ministro, con cui ha già collaborato in Rai.
Boccia ha fatto esplicito riferimento anche a Beatrice Venezi, consulente per la musica con un compenso annuo di 30.000 euro. Il noto direttore d’orchestra, sostenitrice di posizioni di destra, è stata introdotta nel ministero grazie al presidente del Senato Ignazio La Russa. Venezi è in corsa per la sovrintendenza di importanti teatri come il Massimo di Palermo e la Fenice di Venezia. Oltre a ciò, dovrebbe dirigere il concerto al G7 della Cultura a Pompei, incarico che pare essersi auto-assegnata.
Il ministro Sangiuliano ha creato un sistema di nomine legate alla fedeltà politica e territoriale, con numerosi campani in posizioni rilevanti. Tra questi, l’avvocato Silverio Sica, fratello di Salvatore Sica, consigliere per il diritto d’autore e la digitalizzazione, nominato a gennaio 2023. Giuseppe Cuomo, ex sindaco di Sorrento, si è dimesso da consigliere per la tutela del paesaggio dopo essere stato collegato a un pregiudicato di camorra.
Nel marzo 2023, Francesca Paola Assumma, avvocata e figlia di Giorgio Assumma, è stata designata presidente del Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo. In questo contesto, emerge anche il nome di Luciano Schifone, ex eurodeputato e consigliere per il Mezzogiorno, padre della deputata Marta Schifone. Un altro esempio è Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica e figlio di Mario Merlino, ex estremista di destra. Infine, Dario Renzullo, funzionario a tempo determinato e figlio di un ex consigliere di AN, ha un passato di militanza in Casapound.
