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L’incredibile talento di João Maia, il primo fotografo cieco alle Paralimpiadi (e i suoi scatti sono bellissimi!)

di Rebecca Manzi

João Maia fin da adolescente era appassionato di fotografia, ma è diventato cieco a 28 anni: non ha comunque smesso di fotografare e ha già partecipato a tre Paralimpiadi come fotografo

João Maia è un fotografo brasiliano, reso unico non solo dal suo talento ma anche dalla sua capacità di catturare immagini senza poter vedere. Nato nello stato del Piauí, João non è sempre stato cieco: ha perso la vista all’età di 28 anni a causa di una malattia chiamata uveite bilaterale, che danneggia gravemente la vista.

Tuttavia la sua disabilità non lo ha fermato dal perseguire la sua passione per la fotografia, che aveva coltivato sin da giovane. La sua prima esperienza con la fotografia è avvenuta da adolescente, quando ha iniziato a scattare foto con una macchina fotografica ricevuta da un fratello.

Nonostante la perdita della vista, João ha trovato nuovi modi per esercitare questa arte, sviluppando una tecnica innovativa chiamata “fotografia cieca”, che sfrutta altri sensi come l’udito, il tatto e l’olfatto per percepire l’ambiente circostante e catturare immagini piene di emozione e significato.

Come riesce a fotografare

João Maia ha raggiunto notorietà internazionale diventando il primo fotografo cieco a documentare i Giochi Paralimpici, iniziando con Rio 2016 e continuando con Tokyo 2020 e Parigi 2024. Grazie alla sua capacità unica di percepire il mondo attraverso i suoi sensi sviluppati, João riesce a immortalare momenti di grande intensità e bellezza.

Durante le sue sessioni fotografiche, viene affiancato da un assistente che descrive le scene, i colori e i dettagli visivi, permettendogli di ottenere un quadro mentale dell’ambiente. Questo supporto, unito alle sue abilità tecniche e alla sua sensibilità, gli consente di catturare immagini straordinarie.

Il suo lavoro non si limita solo alla fotografia sportiva. João attraverso la sua arte, mira a ispirare persone con disabilità e dimostrare che i limiti fisici non precludono la possibilità di esprimere sé stessi in modo artistico e creativo. Per questo ha anche creato il progetto “Blind Photography”, con l’obiettivo di promuovere la fotografia inclusiva e sensibilizzare il pubblico sull’importanza di dare visibilità alle persone con disabilità.

João descrive la sua fotografia come “fotografia con il cuore”. L’emozione che prova nel fotografare gli atleti, soprattutto quelli paralimpici, è tangibile nei suoi scatti. L’aspetto unico del suo approccio è la profonda connessione che stabilisce con i soggetti, scattando solo dopo aver parlato con loro e stabilito un rapporto di fiducia.

Oltre alla fotografia, João ha sperimentato anche diversi sport paralimpici, praticando nuoto, corsa e lanci di peso e giavellotto. Questa esperienza diretta nel mondo dello sport gli permette di capire meglio le sfide e le emozioni degli atleti, contribuendo a rendere i suoi scatti ancora più autentici.

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