venerdì, Settembre 20, 2024
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Le Olimpiadi e altri primati

di Luigi Mazzella

 

Si stanno celebrando le Olimpiadi 2024 a Parigi e lo staff di artisti creativi messo in piedi da Emmanuel Macron per la cerimonia di apertura ha  realizzato uno spettacolo fantasmagorico  di sorprendente ricchezza visiva e immaginativa che ha stupito, per i suoi effetti speciali e coloristici,  il mondo intero, ma ha suscitato anche  polemiche spesso non  giustificate e dovute  ad alcune  interpretazioni “malevoli” e arbitrarie, date ad alcuni  tableaux vivant.

 Si è detto che  il sonno dei cattolici, per loro scelta di devozione, perennemente inquieti, soprattutto in fatto di sesso mal vissuto, è stato profondamente turbato da quelle immagini televisive  e ha stimolato il loro mai sopito  clerico-fascismo, sospingendoli a richiedere interventi, peraltro molto di moda,  dicancel culture.

L’Italia, naturalmente, sta concorrendo alla spartizione del medagliere (d’oro, d’argento e di bronzo) con le mirabolanti prestazioni dei suoi atleti (salti  in alto e in lungo,  lanci arditi di giavellotti, pesi e dischi,  gare di nuoto, maratone e quant’altro  esprima controllo e dominio di potenza muscolare e tendinea).

Olimpiadi in campi diversi da quello sportivo non ve ne sono: nessuna giuria mondiale ha mai premiato, per limitarci a un solo esempio,  il nostro Paese premiaoer essere stato  (ed  essendo ancora oggi) l’unico al mondo senza più manicomi né ospedali psichiatrici giudiziari,

Senza tema di smentite, non ve n’è altri sull’intero globo terracqueo. 

Certo: nei confini patri, il merito dell’abolizione della limitazione di libertà imposta a pazzi, innocenti o colpevoli di delitti che siano,  è generalmente riconosciuto al veneziano Basaglia e ripetutamente ricordato dai nostri intellettuali.

Si rammenta che lo psichiatra italiano ha  restituito, pur senza averne avuto, peraltro, esplicita (e forse impossibile) richiesta dagli interessati (e meno che mai dai loro familiari),  “dignità di persona al paziente psichiatrico” e che la sua iniziativa è stata estesa e completata dalla recente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari che, illustrata in Parlamento dal militante democratico  Ignazio Marino

ha concesso  la stessa dignità  ai pazzi sanguinari e a stupratori seriali per alterazioni mentali connesse al sesso.

Le due iniziative  mettono gli ispiratori ed autori delle due leggi di chiusura anche al riparo dal pericolo del “culture cancel” . 

Nessun  pazzo vero,  innocente o colpevole di reati, toglierà il creatore della famosa “legge 180” e i suoi successivi imitatori  dal piedistallo su cui essi sono  stati collocati;  senza rischiare, con ciò stesso,  di essere linciato  da tanti altri suoi compagni di sventura nella malattia (c’è chi sostiene che lo massacrerebbero in loco).

A mio personale giudizio il pregio della riforma Basaglia è  un altro: quello di avere consentito allo Stato italiano di risparmiare una montagna di quattrini  per costruire ospedali psichiatrici ordinari e giudiziari.

Non si può certamente pensare che Basaglia, data la sua militanza politica, abbia potuto intuire ciò che è alla base del mio pensiero.

Com’è noto ai destinatari delle mie mail, io ritengo  che in un Paese dove la  cosiddetta “cultura”  è composta dalle fantasiose, pazzesche  utopie religiose e filosofiche nate duemila anni or sono e sviluppatesi in venti secoli di guerre cruente (con scenari di guida di duci, fuhrer, capi carismatici o di uguaglianze universali “d’amore o di lotta”), le  più irrealizzabili e astratte mai immaginate e seguite in Italia da fanatici (molto più passionali che altrove), avrebbe fatto del “Bel Paese” l’avamposto più avanzato della follia Occidentale, per il quale non vi sarebbero mai stati edifici sufficienti a contenere la maggior parte della sua farneticante popolazione (l’un contro l’altra armata nel disquisire se il reddito elargito dallo Stato debba essere chiamato “di cittadinanza” o di “inclusione”, se si debbano preferire i bonus ai sussidi o viceversa e se la fedeltà agli Stati Uniti d’America possa essere solo pronta e assoluta o debba, invece, essere  anche inesorabilmente cieca).

A pensare ciò si andrebbe come dicono gli avvocati “ultra petita” e  non sarebbe il caso!

 

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