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Le Due “Manon Lescaut”: Quando la Novella Ispira Due Capolavori Operistici

di Stella Camelia Enescu

 

La figura di Manon Lescaut, protagonista della celebre novella “Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut” di Abbé Prévost, ha ispirato due delle opere liriche più importanti dell’Ottocento e del primo Novecento: “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini e “Manon” di Jules Massenet. Questi due capolavori si basano sulla stessa fonte letteraria, ma ognuno riflette lo stile e la sensibilità dei rispettivi compositori, dando vita a interpretazioni molto diverse del destino tragico di Manon.

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Scritto nel 1731 dall’Abbé Prévost, il romanzo “Manon Lescaut” narra la storia del giovane cavaliere Des Grieux e della sua amante, la seducente e volubile Manon Lescaut. Manon, una giovane donna affascinante e priva di scrupoli, è l’incarnazione di un carattere tragico: guidata dalla passione e dal desiderio di lusso, trascina Des Grieux in un vortice di amori proibiti, inganni e sventure. La loro storia d’amore si svolge tra Parigi e la Louisiana, alternando momenti di felicità illusoria a rovinose cadute, fino alla tragica morte di Manon.

La complessità di Manon, divisa tra l’amore per Des Grieux e il suo desiderio di ricchezza e indipendenza, ha catturato l’immaginazione di due grandi compositori, che le hanno dato voce attraverso le rispettive opere.

Jules Massenet, uno dei principali compositori dell’opera francese di fine Ottocento, fu il primo a trasporre la storia di Manon Lescaut in musica con la sua opera “Manon”, rappresentata per la prima volta nel 1884 all’Opéra-Comique di Parigi. Massenet, maestro nel creare atmosfere sensuali e intime, concentrò la sua attenzione sull’ambivalenza di Manon, ritraendola come una figura fragile, sensibile, ma anche seducente e calcolatrice.

La versione di Massenet si distingue per un’attenzione particolare alla psicologia dei personaggi e alla delicatezza delle emozioni. La musica riflette il carattere elegante e raffinato della società francese del XVIII secolo, con melodie leggere e soavi che ritraggono la leggerezza dell’amore giovane e, allo stesso tempo, le sue ombre più oscure. Uno degli aspetti chiave della “Manon” di Massenet è il ruolo centrale della protagonista femminile. Manon domina la scena con il suo carisma e il suo desiderio di libertà e piacere, rendendola una figura allo stesso tempo drammatica e affascinante. La celebre aria “Adieu, notre petite table”, in cui Manon esprime il suo rimpianto per la perdita dell’amore semplice e sincero con Des Grieux, è uno dei momenti più toccanti dell’opera. La sua decisione di abbandonare la vita tranquilla per inseguire il lusso e il divertimento si trasforma in un grido d’aiuto di una giovane donna prigioniera dei suoi desideri.

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Quasi dieci anni dopo, nel 1893, Giacomo Puccini presentò la sua versione della storia con “Manon Lescaut”, che segnò il suo primo grande successo operistico. A differenza di Massenet, Puccini affrontò la vicenda di Manon con una passione travolgente, rendendo la sua opera una tragedia ricca di pathos e dramma. Se Massenet si concentrava sulla psicologia intima e sull’eleganza dei sentimenti, Puccini pone al centro della sua opera il tormento emotivo e l’inevitabilità del destino. La musica di Puccini è intensa, ricca di colori orchestrali e di dinamiche potenti. La sua Manon è una figura più passionale e tragica, quasi prigioniera delle circostanze, in bilico tra il desiderio di libertà e la caduta morale. L’aria “Sola, perduta, abbandonata”, che Manon canta alla fine dell’opera, rappresenta uno dei momenti più commoventi del repertorio lirico. In questo monologo straziante, la protagonista è ormai rassegnata al suo destino di morte, sperduta nel deserto della Louisiana, riflettendo su come il suo desiderio di lusso e piacere l’abbia condotta alla rovina. Puccini tratta la relazione tra Manon e Des Grieux con una carica emotiva esplosiva, evidenziando il dolore di un amore destinato al fallimento. La partitura, con i suoi temi ricorrenti e i contrasti drammatici, esalta il conflitto tra il desiderio di Manon e l’amore assoluto di Des Grieux, culminando in un finale tragico che non lascia scampo.

Pur ispirandosi alla stessa novella, le due opere offrono interpretazioni molto diverse del personaggio di Manon e della sua vicenda amorosa.

Massenet costruisce una Manon raffinata e fragile, un’anima divisa tra il desiderio di vivere una vita appagante e il rimpianto per l’amore puro e semplice. La sua musica è più leggera, con un tono malinconico e sentimentale che riflette lo stile dell’opéra-comique francese.

Puccini, al contrario, dipinge una Manon passionale, travolta dal desiderio e dal dolore. La sua musica è più drammatica, con forti contrasti emotivi e una maggiore attenzione al tormento dei personaggi. La narrazione pucciniana è più concisa e incalzante, eliminando molti dettagli secondari della trama e concentrandosi sul destino inesorabile dei protagonisti.

In termini stilistici, l’opera di Massenet è fortemente legata alla tradizione francese, con una scrittura vocale più sottile e ornamentata, mentre Puccini si rifà alla tradizione italiana del verismo, con una carica emotiva più intensa e un’orchestrazione più possente.

Nonostante le differenze, in entrambe le opere Manon rimane un simbolo complesso: una giovane donna che cerca la libertà in un mondo che le offre solo illusione e rovina. Il suo destino tragico, che culmina nella morte e nel rimpianto, è una potente rappresentazione delle conseguenze del desiderio umano, della ricerca dell’amore e del lusso in un mondo che alla fine nega ogni via di fuga.

In “Manon” di Massenet, il destino di Manon è trattato con una certa compassione e tenerezza, mentre in “Manon Lescaut” di Puccini, la sua caduta è vista come una tragedia più brutale e inevitabile. In entrambe le opere, però, la figura di Manon rimane centrale, un emblema della complessità delle emozioni umane e delle loro contraddizioni.

Le due “Manon” di Massenet e Puccini rappresentano due visioni artistiche distinte della stessa storia, ognuna riflettente lo spirito del proprio tempo e della propria cultura. Se Massenet ci offre una Manon intrappolata tra il piacere e il rimpianto, Puccini ci presenta una Manon che lotta disperatamente contro un destino che la trascina verso la rovina. Due versioni di uno stesso mito, che ci ricordano quanto l’arte possa esplorare infinite sfumature dello stesso racconto, rendendolo sempre nuovo e attuale.

 

 

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