lunedì, Settembre 16, 2024
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Le alternative all’energia prodotta con materiali inquinanti, tra scienza e fantasia

Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone

Per chi credesse che l’alternativa all’impiego di combustibili fossili sia un problema sorto ne gli ultimi anni, con molta probabilità le righe seguenti chiariranno le idee .

È bene partire dal debutto in Italia e poi, in forza di esperimenti e affinamento della tecnica, messa in opera anche altrove, dei motori alimentati con gas ottenuto dalla reazione del carburo di calcio con l’acqua.

L’ alimentazione di automobili e autocarri con il “gas povero”, così era definita quella sostanza aeriforme, fu di aiuto durante l’ ultima guerra e qualche esemplare di veicolo così equipaggiato sopravvisse fino ai primi anni ’50. Non fu la sola alternativa ai carburanti di provenienza fossile, così da sperimentare motori elettrici alimentati dalla comune energia prodotta nelle centrali a acqua e quindi distribuita attraverso filovie (filobus e altri veicoli su gomma) o binari (veicoli su rotaia). Sono ancora in esercizio, seppure la prima categoria in modalità ridotta, stante il legame all’ alimentazione a raggio limitati dagli specifici erogatori.

Intanto nel Paese, sia perché nel suo sottosuolo la quantità di combustibili fossili è limitata, sia perché la vocazione è spiccata, subito dopo i tentativi di riprodurre artificialmente quanto fatto in tanti millenni dalla natura, nel Paese come altrove, la sperimentazione delle tecniche alternative alla trivellazione continuò, in particolare con gli occhi puntati sulle biomasse prodotte dagli animali. Fu così, nei primi anni ’60, che la FIAT trattori, che da poco aveva incorporato la OM, affidò a quest’ultima il compito di sviluppare un circuito che dal letame animale producesse metano. Come territorio fu scelta la provincia di Mantova, dove l’allevamento dei suini è particolarmente praticato.

Fu così che trattori alimentati da bioetanolo lavorarono per anni. Anche in tal caso il limite di impiego era la distanza piuttosto breve che legava il mezzo agricolo alla fonte di produzione di quel tipo di combustibile. Facendo un volo pindarico fino al giorno d’oggi, può essere di aiuto, al fine di trovare una fonte di alimentazione di materiale non inquinante solo per produrre carburante, spostare la ricerca su un altro continente, l’Africa.

Anche se ancora una volta si dovranno fare i conti con tentativi di sperimentazione che sono partiti con il piede sbagliato. Accadde in America Latina negli anni ’70, che si cominciò a pensare all’ impiego di prodotti vegetali del luogo che si potessero prestare quasi esclusivamente a produrre combustibile verde. In quel caso il gioco non valeva la candela, più precisamente mancava la convenienza economica e la sperimentazione non continuò. Allo stato il Piano Mattei prevede che in alcuni paesi africani venga prodotto carburante da piantagioni specificamente dedicate allo scopo.. Quindi la produzione sarà fatta in loco, con il riutilizzo degli scarti di lavorazione come fertilizzanti a Km 0.

Con l’aggiunta che, utilizza do terreni incolti e piantando varietà non adatte all’alimentazione umana e animale in genere, i raccolti tradizionali non ne risentirebbero. Se non subito, almeno in tempi brevi, l’attività mineraria o estrattiva dei combustibili fossili, potrebbe essere superata in senso lato dall’attività di lavorazione dei campi.

Niente male come riscatto per un settore che per anni è stato considerato povero, l’Agricoltura, seppure definito ufficialmente primario. A maggior gloria.

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