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L’appello di Nairobi di “La casa di Carta”: “ratificate il Trattato globale sugli oceani”

Alba Flores ha invitato tutti i governi a firmare il Trattato sugli oceani come legge per creare zone marine di protezione. Non entrerà in vigore, infatti, finché 60 Paesi non lo ratificheranno.

di REBECCA MANZI

 

Alba Flores, conosciutissima per il ruolo di Nairobi nella serie tv “La casa di carta” distribuita da Netflix si è unita alla nave di Greenpeace Arctic Sunrise nella Riserva Marina delle Galápagos, per testimoniare la bellezza e le minacce che incombono sulle Galápagos.

L’attrice ha voluto esortare i governi ad accelerare il processo di ratifica del Trattato delle Nazioni Unite sugli oceani che mira a creare zone marine di protezione e a portare l’area protetta dall’1% al 30% entro il 2030. A un anno dall’approvazione del Trattato, infatti, è stato ratificato solo da Cile e Palau. Tuttavia, perché entri in vigore, almeno 60 governi devono firmare il Trattato come legge.

Insieme agli scienziati a bordo, la Flores ha osservato in prima persona l’abbondanza e la diversità delle specie all’interno e all’esterno della Riserva marina delle Galápagos, che è uno dei migliori esempi di protezione degli oceani in azione. Un impegno che rischia però di essere reso vano dal fatto che, appena fuori dalla riserva, vaste flotte di pesca industriale continuano a devastare la vita marina.

“Abbiamo bisogno della volontà politica per riuscirci”

Alba Flores ha fatto sentire la sua voce in un video postato sui canali social di Greenpeace e ha dichiarato:

L’approvazione del Trattato sugli oceani da parte delle Nazioni Unite è stato un momento storico che ha riempito di speranza per il futuro. Alle Galápagos ho sperimentato la potente bellezza della natura, ma so che nelle vicinanze ci sono minacce per la salute dell’arcipelago, soprattutto nelle zone d’alto mare al di fuori della Riserva Marina delle Galápagos. Prima che venisse approvato il Trattato sugli oceani, era impossibile proteggere questa zona d’alto mare. Ma ora i governi hanno la possibilità di usare il Trattato per aumentare la protezione delle Galápagos e fornire un potente esempio al resto del mondo su come proteggere l’alto mare.

Poi l’invito ai governi:

Abbiamo solo bisogno della volontà politica per riuscirci. Spero che la mia presenza a bordo spinga altre persone a mobilitarsi e a sostenere la ratifica del trattato da parte dei loro governi. Io sono solo una voce tra tante altre voci, le persone hanno il potere con le nostre voci e altri strumenti di aiutare a proteggere gli oceani.

Laura Meller, della campagna Protect the Oceans di Greenpeace, ha spiegato che una nuova area protetta d’alto mare, che integri la riserva marina delle Galápagos, andrebbe a beneficio della fauna selvatica e dei pescatori locali dei Paesi vicini.

Questa nuova area protetta potrebbe essere chiusa alle flotte industriali internazionali, incrementando le popolazioni ittiche e aumentando le catture per i pescatori che operano nelle acque dei Paesi vicini.

Il Trattato delle Nazioni Unite sugli oceani darebbe uno strumento per garantire questa protezione, se verrà ratificato con urgenza da almeno 60 Paesi.

 

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