giovedì, Settembre 19, 2024
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AI Act e ddl sull’intelligenza artificiale: il ruolo delle Università

Un interessante convegno sui temi dell’intelligenza artificiale si è svolto nei giorni scorsi presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, nell’Aula Magna del Plesso di San Giovanni a Teduccio.

L’evento, dal titolo “Orizzonti Europei a valle del PNRR: trasformare l’Università garantendo la conformità normativa con HPC ed AI”, ha rappresentato una importante occasione di confronto tra molteplici punti di vista di giuristi ed informatici di grande levatura, sulle potenzialità applicative dell’intelligenza artificiale e su come sfruttarle al meglio a valle delle recenti normative quali l’AI Act dell’Unione Europea e il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale approvato dal Consiglio dei Ministri.

All’evento hanno partecipato esperti del settore che si sono confrontati in merito all’impatto che avranno le nuove normative in ambito universitario. La dott.ssa Antonella Ciriello, Consigliere di Corte di Cassazione, nonché consulente per la digitalizzazione della giustizia per il Ministro della Giustizia, dr. Carlo Nordio, ha illustrato la materia partendo dall’analisi di una sua ricostruzione normativa, portando all’attenzione della platea le peculiarità delle recenti riforme.

L’umanità si trova ora sulla soglia di un’era nella quale robot, bot, androidi e altre manifestazioni dell’intelligenza artificiale (AI) sembrano sul punto di avviare una nuova rivoluzione industriale, suscettibile di toccare tutti gli strati sociali, rendendo imprescindibile che la legislazione ne consideri le implicazioni e le conseguenze legali ed etiche, senza ostacolare l’innovazione.

Su queste premesse, il Parlamento Europeo ha avviato una proposta di regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Il primo riferimento è l’AI Act che stabilisce regole armonizzate per l’uso dell’intelligenza artificiale 2020/1828 (approvato def.), in cui trasparenza, accountability e sicurezza sono centrali.

La giustizia per AIAct, prosegue la consigliera Ciriello, ricade nell’alto rischio, ma non per gli aspetti organizzativi, come, ad esempio, il ricorso all’AI per la anonimizzazione dei provvedimenti giurisdizionali.

L’alfabetizzazione dei giuristi, del resto, è oggetto di attenzione del regolamento AIAct che dispone la promozione di una “AI Literacy” e che l’Unione e gli Stati membri, oltre che gli operatori economici, provvedano a promuovere misure per la diffusione di un sufficiente livello di formazione in materia di IA, che sia trasversale ai settori coinvolti e che tenga conto delle diverse necessità, sia degli operatori che dei cittadini, inclusi programmi di formazione scolastica e professionale.

Il governo italiano, da ultimo, con il PNRR, strumento strategico di ripresa dopo la pandemia, ha puntato sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione e della giustizia, in particolare, incentrando su tale attività l’obiettivo condiviso con l’Europa di maggiore efficienza e riduzione dei tempi di giudizio e valorizzando anche sistemi di AI, e interoperabilità dei dati.

In secondo luogo, il ddl sull’intelligenza artificiale proposto dal governo, il quale: stabilisce principi per la ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale (AI); promuove un utilizzo corretto, trasparente e responsabile dell’AI, con un focus antropocentrico, sfruttando le opportunità offerte dall’AI; garantisce la vigilanza sui rischi economici e sociali e sull’impatto sui diritti fondamentali derivanti dall’uso dell’AI.

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La governance dell’AI nel nostro paese è affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) individuate nell’art. 18 come autorità nazionali per l’intelligenza artificiale. Gli articoli 19, 20 e 21 definiscono misure di sostegno, anche finanziario, per lo sviluppo e la sperimentazione dell’AI in diversi ambiti, a favore di soggetti sia pubblici che privati.

In ambito sanitario viene, in generale, incentivato l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale in materia salute, al fine di migliorare l’efficienza del sistema sanitario nazionale a beneficio dei pazienti, nonché nell’ambito della ricerca e la sperimentazione scientifica. Viene istituita, inoltre, per il supporto alle finalità di cura, e in particolare per l’assistenza territoriale, un’apposita piattaforma di intelligenza artificiale, la cui titolarità è attribuita a AGENAS, in qualità di Agenzia nazionale per la sanità digitale.

In materia di lavoro, viene incentivato l’uso di sistemi di AI per migliorare le condizioni dei lavoratori, tutelare l’integrità psico-fisica degli stessi, aumentare la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività. Rispetto dei diritti inviolabili dei lavoratori, dei principi di trasparenza, sicurezza, protezione dei dati personali e non discriminazione, come illustrato dal prof. Massimiliano Delfino, ordinario di diritto del lavoro dell’Università degli studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Giurisprudenza..

Per evitare che l’esplosione del fenomeno ci prenda la mano, sarà di fondamentale importanza l’osservazione dei tre pilastri dell’Intelligenza Artificiale: la qualità dei dati (la benzina dell’AI), la formazione e la consapevolezza non solo di chi costruisce i sistemi, ma di chi li utilizza (ruolo delle Università) e il controllo (data set control).

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