Il conduttore si chiama Evgheny Popov ed è molto seguito dal pubblico sovietico. Lavora per Rossiya 1, primo canale della Tv di Stato Russa. E ieri ha gelato l”Europa con una trasmissione sconvolgente, durante la quale ha illustrato in modo dettagliato un piano d’attacco missilistico contro le principali città del nostro Continente. “Bastano tre attacchi e questa civiltà crollerà“, è stata la sua dichiarazione prima di mostrare una cartina con i principali obiettivi che, in caso di attacco missilistico, Mosca andrebbe a colpire in Europa. Nemmeno il Cremlino nei momenti di maggiore tensione legati alla guerra in Ucraina era mai stato così preciso e dettagliato. Mentre Popov parlava, alle sue spalle scorreva un filmato con gli obiettivi dell’ipotetico attacco segnati in rosso: Parigi, Berlino, Praga, Varsavia, Bucarest, Tallin e Riga. Ma soprattutto Londra, Manchester e altre località del Regno Unito. “Attenzione speciale sarà per la Gran Bretagna, il nostro tradizionale nemico”, ha affermato il conduttore. Che specifica come “quasi tutte le capitali europee sono minacciate”.
E’ andato tutto in onda come fosse una normale trasmissione di quelle che siamo abituati a vedere in televisione. Solo che l’argomento era la distruzione dell’Europa. Con tanto di dibattito sulle distanze in chilometri e sulle gittate necessarie per annientare le capitali continentali. Nel recente passato, Putin e i suoi avevano lasciato intendere che lo spiegamento dei missili americani in Germania avrebbe causato una reazione da parte di Mosca. I missili americani, è giusto ricordarlo, hanno una gittata di 2,5mila chilometri. Più che sufficienti per colpire obiettivi in territorio russo. Sembra di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda. Non che l’argomento trattato dalla Tv Russa sia una novità. Poco tempo fa, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, aveva già lanciato un preciso avvertimento. “L’Europa è nel mirino dei nostri missili”, aveva spiegato Peskov, “il nostro Paese è nel mirino dei missili americani localizzati in Europa. Abbiamo abbastanza potenziale per scoraggiare questi missili. Ma le vittime potenziali sono le capitali di questi Stati“. Va anche ricordato che, secondo alcune fonti, Washington avrebbe intenzione di chiedere al nostro Governo il permesso per installare gli “euromissili” anche in territorio italiano.
Nel frattempo, gli armamenti dispiegati in Germania e anche l’invio degli F-16 in Ucraina hanno alzato i toni dello scontro. Si sapeva ed era inevitabile. Ma nessuno si aspettava che il primo canale di Stato Russo dedicasse una serata all’illustrazione della potenziale distruzione delle principali città europee. Con tanto di cartine, filmati, obiettivi segnati in rosso e relativo elenco delle priorità. La situazione attuale è perciò paradossale. Zelensky apre per la prima volta a negoziati di pace con la Russia. L’Europa schiera i missili e continua a inviare armi a Kiev, così come fanno gli Stati Uniti. La Cina ha preso posizione, anche militarmente, e si è schierata accanto alla Russia. Putin stringe accordi con la Corea del Nord. E tutti sanno che prima o poi qualcosa dovrà succedere, perché il conflitto in Ucraina non potrà continuare in eterno. Anche perché a Kiev mancano i soldati e inviare truppe Nato a combattere significherebbe far esplodere il conflitto globale. E su tutto questo, aleggia l’ombra di Donald Trump, che con ogni probabilità se fosse eletto avrebbe come primo obiettivo quello di trovare nel tempo più breve possibile un accordo con Mosca per poi dedicarsi a contrastare, soprattutto sul piano economico, la Cina. Il mondo cammina su un filo sottile.
