venerdì, Settembre 20, 2024
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La Cina mette la Nato nel mirino. E invia l’esercito in Europa

Mancano solo poche ore all’inizio del vertice dell’Alleanza Atlantica a Washington e la Cina lancia un avvertimento alla Nato. Non attraverso un comunicato o azioni diplomatiche, ma annunciando un accordo con la Bielorussia per l’avvio di manovre militari congiunte. Il segnale in arrivo da Pechino non potrebbe essere più chiaro. Dall’8 al 19 Luglio l’esercito del dragone e quello del Paese principale alleato di Putin si uniranno per dar vita a un’esercitazione che, oltre ad avere un chiaro significato politico, è particolarmente significativa (e preoccupante) anche da un punto di vista geografico. Le manovre militari, infatti, si svolgeranno a pochi chilometri dalla frontiera con la Polonia e con l’Ucraina. Si tratta di un atteggiamento inedito per Pechino, che sino a oggi aveva mosso il proprio esercito solo nel Sud Est asiatico e nei pressi di Taiwan. L’obiettivo dei due eserciti, secondo quanto dichiarato congiuntamente, è di “aumentare l’interoperabilità, rafforzare la cooperazione fra le due forze armate e fornire un contributo alla pace e alla stabilità regionale”. Che tradotto in parole semplici significa: se la Nato interverrà direttamente in Ucraina, la Cina non si tirerà indietro. E si schiererà dalla parte della Russia.

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Non a caso la Bielorussia è stata ammessa nella Shangai Cooperation Organization, che Pechino vorrebbe trasformare in una coalizione alternativa all’Alleanza Atlantica. Come sottolinea Gianni Vernetti in un articolo su Repubblica, “Pechino compie un oggettivo salto di qualità, inviando le proprie truppe al confine della Nato e nel cuore dell’Europa. Il segnale della Cina e dello Stato vassallo di Mosca – la Bielorussia – alla Nato è chiaro: siamo alle porte dell’Europa, e l’Asse fra le autocrazie è ormai una realtà, politica e militare“. Questa decisione cinese delinea uno scenario nuovo per la Nato, che si va ad aggiungere alla cooperazione già esistente fra Pechino e Mosca con la fornitura di tecnologie alla Russia per produrre, fra le altre cose, enormi quantità di munizioni. Il dispiegamento di forze militari, anche se solo per un paio di settimane, in territorio europeo segna anche la chiara presa di posizione di Pechino al fianco della Russia nella guerra in Ucraina. Questo significa che un eventuale scontro non coinvolgerà più solo Putin e gli Stati Uniti, ma si trasformerà inevitabilmente in un vero e proprio conflitto globale. E che la Cina ha preso chiaramente posizione, abbandonando la tradizionale prudenza. Con la questione asiatica sullo sfondo. Lo ha detto chiaramente il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida: “L’Ucraina oggi potrebbe essere l’Asia Orientale di domani”.

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La decisione di iniziare le manovre congiunte con la Bielorussia rappresenta il punto più estremo di una strategia cinese volta a sfidare apertamente l’Occidente. In questo senso va letta anche l’occupazione illegale del Mar Cinese Meridionale da parte di Pechino, che ha iniziato un conflitto con le Filippine in cui viene coinvolta anche la flotta militare. Dello stesso segno le provocazioni nello Stretto di Taiwan. Il governo cinese, vista l’enorme importanza strategica dell’Isola, punta alla riunificazione a tutti i costi di Taiwan ai suoi territori. Pechino ha così chiarito la propria posizione trainante nel cosiddetto “Asse delle autocrazie“, che raccoglie diversi Paesi e che sta cercando di indebolire l’Occidente su tutti i fronti. In questo senso si deve leggere il progetto cinese della “nuova Via della Seta“, che prevede, come scrive Repubblica, “l’esportazione di un modello autoritario, finanziariamente insostenibile e spesso con progetti infrastrutturali affiancati da opachi accordi securitari, a cominciare dall’uso duale di molte strutture portuali che hanno coinvolto investimenti cinesi da Sri Lanka, al Pakistan, alla Cambogia e alla Tanzania“. Una strategia complessiva che rende sempre più difficile e pericoloso il futuro dell’Alleanza Atlantica, specie in caso di un’espansione del conflitto globale.

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