lunedì, Settembre 16, 2024
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L”uso dell’informazione, non sempre corretto per il fine che gli dovrebbe essere proprio

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Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone 

 

Domenica e anche ieri, da più parti del panorama dei mezzi dell’informazione, sono giunte agli italiani notizie certamente da non invogliarli a fare salti di gioia per quanto riguarda i problemi energetici. Va da se che hanno trovato lo stato d’animo degli stessi già pesantemente defedato dai problemi che, oramai è qualche anno, affliggono l’umanità nel suo insieme e l’ Italia in particolare. Si é trattato del far sapere urbi et orbi, cifre alla mano, che per il prossimo inverno, per una serie di motivi quanto meno discutibili, il Paese si troverà a affrontare ancora una volta il problema energetico in senso stretto.

È vero, come si dice ancora oggi nei campi, che la prudenza non è mai troppa, aggiungendo che vale anche la buona maniera di non disturbare San Paolo perchè allontani un serpente senza che lo stesso si sia fatto vivo. Nella cultura popolare al santo in questione viene riconosciuto il potere di scacciare quei rettili con la sua sola intercessione. Dunque domenica, giorno della settimana in cui gli italiani sono più attenti a seguire le notizie provenienti dal Paese e dal mondo, gli stessi hanno appreso che le scorte di gas e petrolio stoccate in Italia sono di qualche punto percentuale sotto il livello dello scorso anno.

Non sono state seriamente motivate nè le cause del fatto, nè che, seppure in corso d’ opera, siano in atto già da tempo operazioni per ampliare il novero delle fonti di approvvigionamento di idrocarburi, gas soprattutto. Una sola chiamata in scena può bastare e è quella dell’ attuazione del Piano Mattei.Basterà verificare che in due anni l’importazione di gas dalla Russia in Italia si è ridotta a meno della metà per avere l’idea della direzione presa dal Paese al fine di iniziare in maniera sistematica a staccarsi dall’ approvvigionamento da produttori quanto meno scarsamente affidabili nell’ adempiere, sia per le quantità pattuite, sia, soprattutto, per l’ osservanza delle condizioni (quotazioni ) praticate. Che dietro l’allarmismo prima citato possa esservi dell’altro, sembrerebbe essere palese.

Con l’aggiunta che è difficile per la casalinga di Voghera capire a che gioco si stia giocando. Solo per dare un appiglio di ragionevolezza a quanto prima accennato, si potrebbe ipotizzare che l’Italia, l’Europa e l’America saranno per buona parte dell’ anno in campagna elettorale, con essi ancora altri paesi, tra cui la Russia, anche se in quel paese il rinnovo del Presidente sarà solo una farsa.

Tutto quanto riferito innanzi è paragonabile a un fermo immagine, cioè pari a se il messaggio trasmesso da quelle fonti suonasse più o meno: “piaccia o non piaccia, questo è tutto, gente”.

Per buona sorte e anche per altri motivi le cose non stanno così e alcuni risultati sono facilmente riscontrabili e ancor più evidenti, perchè sono, se non novità assolute, miglioramenti in termini quantitativi e qualitativi di realtà già note. Si consideri solo l’incremento del ricorso alle navi per il trasporto del gas liquefatto e si potrà avere un’ idea di quanto si stia così allentando la forte limitazione dell’ uso dei metanodotti, in particolare quando tra fornitore e acquirente esistono ostacoli non superabili, quali grandi distanze marine. Mai dire mai non è solo il titolo di un romanzo dell’autore inglese Jan Fleming. Nell’ ottica di comunicare i fatti nella maniera più vicina all’obiettività, sempre domenica si è distinto Francesco. Pur in condizioni di salute non buone, non è voluto mancare all’appuntamento con i fedeli presenti in piazza San Pietro e, via etere, con il mondo. Se è vero che esprime il suo pensiero in pubblico almeno una volta a settimana, lo è altrettanto che, l’altro ieri, è sembrato vestire più i panni del capo di stato che non di quello della chiesa cattolica.

Nella sostanza il Papa ha rimarcato quanto sia effettivo il pericolo che le guerre in corso possano aumentare ancor più le loro dimensioni e ha accennato alle conseguenze che ne deriverebbero quasi certamente. Si è tenuto, almeno così è sembrato anche a buona parte dei professionisti dell’ informazione, primi tra gli altri i vaticanisti, a giusta distanza sia dall’una che dall’altra parte dei belligeranti.

Si sarebbe portati a credere che, con uno slalom da provetto sciatore, il Santo Padre sia riuscito a mettere di nuovo in arcione la parte di sé che dovrebbe per ipotesi connotarlo più marcatamente. Si riferisca a quella di Cavaliere della Pace tra tutti gli uomini, non solo tra quelli di buona volontà. L’illusione è durata poco, in quanto il Pontefice si è voluto cimentare con alcuni argomenti di natura sociologica. Gli stessi che a molti avranno provocato il ritorno alla memoria delle vere e proprie lezioni di teologia, anche se di livello diverso, di Papa Ratzinger. Sia accettato quanto faceva quel rappresentante di Dio in terra, perchè di quel panno era il suo abito da lavoro.

Il Papa tedesco arrivò al soglio di Pietro quando già era il teologo che, in seguito, l’umanità avrebbe imparato a conoscere. Quello attuale non dovrebbe rischiare di urtare alcune suscettibilità chiamando in causa concetti filosofici o teorie sociologiche riassumendo in un “volemose bene” sempre e comunque, il suo messaggio di pace.

Senza correre il rischio di scadere in constatazioni di tipo nazional popolare, Francesco non dovrebbe dimenticare, soprattutto quando chi lo ascolta è il mondo intero o quasi, che per lui vale l’opposto di ciò che dicono i comuni mortali, cioè “scherza con i santi, ma lascia stare i fanti”, quindi non il contrario, come talvolta si avventura a fare.

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