di Paolo Cagnoni
La centrale nucleare di Zaporizhizhia, la più grande d’Europa, è tornata a essere un incubo per gli ucraini e per il mondo intero. Questo in seguito a una serie di bombardamenti russi che hanno portato l’impianto sull’orlo di un blocco energetico che potrebbe avere conseguenze disastrose. “Il degrado della centrale nucleare di Zaporizhzhia si aggrava”, si legge infatti in un comunicato dell’Agenzia Ucraina per l’energia atomica Energoatom. “Il sito è di nuovo sull’orlo del blackout“. Come spiega ancora l’Agenzia, “la centrale è collegata alla rete elettrica da una sola linea. Se questa viene danneggiata, si verificherà una situazione di emergenza per la perdita di alimentazione esterna delle pompe che raffreddano i noccioli dei reattori e le piscine di combustibile”. Se accadesse, si rischierebbe una Chernobyl ucraina. Nel frattempo, Putin contrattacca: “Le Forze Armate ucraine hanno tentato di colpire la centrale nucleare di Kursk“, l’accusa dello Zar. La sintesi è che si continua a combattere a distanza ravvicinata da impianti atomici che, se venissero danneggiati, potrebbero causare una catastrofe.
Nel frattempo Zelensky insiste nel voler continuare la “guerra di invasione” nei territori russi del Kursk, convinto che questo sia il modo migliore di difendere l’Ucraina. Ma gli analisti sono in attesa della risposta del Cremlino, che per ora ha tenuto un profilo basso. Putin ha informato l’Agenzia per il controllo del nucleare Aiea del pericolo concreto che gli ucraini puntino a colpire la centrale di Kursk. Ma per il resto, il Presidente Russo per ora ha scelto di minimizzare la portata dell’invasione dell’esercito di Kiev. L’impressione di molti osservatori occidentali è che Putin voglia usare questi eventi come strumento di propaganda. E aspettare di vedere che cosa decideranno di fare i Paesi Occidentali. Tutti sanno che prima o poi la risposta dei russi arriverà e che sarà molto dura. Per questo Zelensky chiede ai Paesi Nato di poter usare armi occidentali in Russia. Ma se ottenesse il via libera, allora si scatenerebbe una reazione a catena dalle proporzioni preoccupanti. Con il serio rischio di un “cigno nero”, un evento in particolare che possa dar fuoco alle polveri e portare il mondo verso un conflitto globale.
