domenica, Settembre 8, 2024
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Inaugurata a Curteri di Mercato San Severino(SA) l’area archeologica di S Marco a Rota, alla presenza del governatore De Luca

Mercoledì 19 giugno scorso, presso l’area di S. Marco a Rota (Curteri di Mercato San Severino), si è tenuta l’inaugurazione del sito archeologico omonimo. Per mostrare lo stato dei lavori, in merito al bene più antico e affascinante (oltre al castello della famiglia Sanseverino) della cittadina, che proseguiranno in collaborazione con l’università degli studi del vicino campus di Fisciano. Infatti era presente, tra gli altri, il magnifico rettore: Vincenzo Loia.

foto articolo noia 1Occorre dire che vi sono state sempre sinergie di azioni e di studi; di scavi; di protocolli d’intesa tra l’ateneo (particolarmente le Facoltà di Archeologia e di Lettere, ma pure altre istituzioni accademiche) e la civica amministrazione – nel merito del più noto maniero e, subito dopo, di tale bene. Anche con gli amministratori precedenti, a partire dagli anni ’80. Gli studi, sia nel caso della fortificazione che di S. Marco a Rota, sono indi proseguiti – nei primi anni del 2000, fino ad arrivare ai giorni nostri. Agli inizi, si era interessato al bene il docente (appunto) universitario Paolo Peduto. Coadiuvato dai suoi colleghi; dagli allievi e da altri referenti. Dopo alcuni anni, il sito di S. Marco (chiamato anche S. Maria) a Rota, è stato oggetto di studio della professoressa Rosa Fiorillo, responsabile delle attività di scavo; di Raffaella Bonaudo – soprintendente Abap (Archeologia, belle arti, paesaggio) di Salerno ed Avellino; dell’archeologo Pietro Toro e di altre personalità. Alla cerimonia del 19 giugno sono intervenuti: il primo cittadino Antonio Somma, la già citata professoressa Bonaudo, l’architetto Ottavia Voza (direttrice dei lavori). Erano – inoltre – in loco: il vicesindaco di Mercato San Severino, Enza Cavaliere (davvero emozionata: ella ha voluto fortemente il ripristino e il restauro del sito); la Fiorillo e Toro – esponenti sopra citati; Angelo Coda, in rappresentanza dell’associazione di promozione culturale “Universitas Sancti Severini” e altri. Assieme a un gruppuscolo di curiosi, sacerdoti e storici locali (anche molto giovani) e – naturalmente – ai cronisti del comprensorio e alle forze dell’ordine territoriali. Per accogliere degnamente, come ospite “privilegiato”, il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

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Il quale ha mostrato di apprezzare il monumento e di gradire le spiegazioni (“tecniche” e non), effettuate dagli astanti. San Marco a Rota è – come espresso dalla Fiorillo e/o da altri esperti ancora pochi anni fa – una chiesa del VI secolo dopo Cristo, inglobata all’interno di una domus romana precedente. Molti intellettuali o semplici amanti della cultura sanseverinesi o provenienti da zone limitrofe, si deve dire, si sono battuti con veemenza in tutti questi anni. Proprio per recuperare tale chiesa e il complesso romano, nella sua interezza. Citiamo, ad esempio, l’architetto Gerardo Avallone; il direttore della biblioteca provinciale di Salerno e operatore culturale Luigi Noia; lo storico Giuseppe Benevento e l’appassionato studioso autodidatta Gaetano Izzo. Ma non soltanto.

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La villa romana – probabilmente pretoria – nel sesto secolo viene inglobata dalla chiesa di cui sopra. Con tanto di battistero e cimitero; sepolcreto. Molto interessanti gli affreschi, soggetti al cosiddetto fenomeno della superfetazione: la stratificazione di dipinti e immagini relativi a epoche l’una precedente l’altra.

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Belli anche i mosaici sulla pavimentazione.

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Nell’ambiente, ha sottolineato il sindaco Somma, è stata trovata anche un’antica moneta dell’epoca romana: il “famoso” rotaticum. Dalla parola latina indicante, proprio, la “tassa” sulle merci che ha connotato l’antica Mercato San Severino – già nel suo ancestrale toponimo “Rota”. Ed eccoci a un breve resoconto della giornata di inaugurazione. La tutela del monumento (dal latino Memento, Ricorda, o da Moneo: Fa’ attenzione) è inserita in un insieme di finanziamenti, comprendente anche il castello e il convento di S. Antonio. San Marco possiede un’architettura complessa e pluristratificata, come ha affermato la Bonaudo.

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Quindi, anche la fruizione da parte dei visitatori si ritiene complessa. Nel corso della presentazione dell’area di scavo, è stata ribadita la necessità di cooperazione con l’ateneo di Fisciano/Salerno. Ricordando e ringraziando Peduto, che ha intrapreso i primi sondaggi attorno al bene architettonico. Nell’area di interesse sarà possibile effettuare ulteriori ricerche e, contestualmente, far fruire il sito da parte dei visitatori. L’on De Luca, nel suo intervento, ha plaudito rispetto all’impegno degli enti locali campani nei confronti delle iniziative culturali. E ha asserito: “La Regione Campania viene considerata la regione più umile d’Italia, ma è la regione che investe di più in cultura”. E ha ascoltato attentamente le spiegazioni sul monumento, caratterizzato da dominazioni successive come i Romani, i Bizantini, finanche i Normanni. De Luca ha “lanciato un affondo” (diciamo così) nei confronti del governo nazionale. Definendolo – simpaticamente (avvalendosi della consueta ironia) – “squinternato”. Ha puntualizzato sui fondi degli accordi di coesione, da sbloccare, promettendo – al contempo – di erogare altri due milioni e mezzo di euro per far proseguire i lavori a Curteri di Mercato San Severino. Puntando sulle nuove tecnologie, che potrebbero incentivare le operazioni di scavo. Il presidente della Regione chiosa, asserendo che per opere similari “non bisogna guardare alle bandiere politiche”. Gli scavi della frazione Curteri sono anche diventati, proprio in vista dell’inaugurazione, oggetto di polemica politica. Ad opera di professionisti ed esperti locali, nonché di un ex amministratore comunale di San Severino: a parlare – anche (se non proprio soprattutto) tramite le pagine dei quotidiani locali e/o affidandosi ai social – sono l’architetto Carmine Petraccaro e il già sindaco di San Severino Giovanni Romano. In particolare, il secondo ha parlato di “sperpero di denaro pubblico” (a suo dire, circa 650mila euro) – per un sito “abbandonato e degradato”.

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Romano ha parlato dei tempi più recenti, senza tralasciare la “cronologia” delle attività di scavo. La gara di appalto, secondo l’ex primo cittadino, fu aggiudicata nel 2020 (a marzo). Gli interventi e i lavori si sarebbero dovuti concludere entro centoquaranta giorni. Così non è stato, secondo il leader del “Movimento civico sanseverinese”. Poi – sempre lui – parla di una consegna parziale, il 15 luglio dello stesso anno. Secondo il politico, il consesso guidato da Somma non ha attivato la risoluzione contrattuale e non ha “applicato” le penali per il ritardo. Prosegue Romano: “Per sanare il tutto, nel 2023 (tre anni dopo) fu approvata una variante al progetto. Snaturando – dice Romano – quello originario, per realizzare un intervento inutile e dannoso”. E qui l’ex sindaco, contestando il “pannatone” (così ha dichiarato, così lo ha chiamato), ovvero la copertura sul bene, cita l’architetto Petraccaro. Che ha espresso le sue perplessità su alcuni giornali. Ed invocato l’intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Comparando la “sorte” (secondo il professionista) di S. Marco a Rota a quella… “possibile” della domus romana, ubicata nei pressi dell’università – coperta da terreno e abbandonata. Chi avrà ragione? Chi vivrà vedrà…

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