IL MONOLOGO DELLO ZINGARO
DI SHERZOD KOMIL KHALIL
TRADUCE IN ITALIANO MARIA TERESA LIUZZO – DIRETTORE RIVISTA DI
CULTURA INTERNAZIONALE ”LE MUSE” – ITALIA
Questo mondo è antichissimo,
con scopi diversi e gente nuova.
Ma siamo sempre gli stessi.
La folla… ha dedicato la propria vita a viaggiare!
Ognuno di noi aveva luminosi obiettivi,
nascevano grandi idee.
Ma come il viandante siamo stati sorpresi dalla grandine.
Non potevamo svoltare né a destra né a sinistra.
Abbiamo fatto soltanto un passo, camminato…
Sentivo che il mondo è immenso, siamo stato accolti da diverse nazioni.
I loro occhi erano scuri come le sopracciglia, equoree le loro pupille.
I capelli erano ricci e castani come il lino,
la pelle chiara, nera, rossa.
Ci siamo trovati di fronte alle loro richieste
e alle loro pretese arroganti.
Ci siamo spostati verso altre terre
dove la gente guardava le nostre donne e i nostri figli con disgusto.
A volte ci siamo incontrati, camminando coi volti accaldati
attraversando strade polverose,
di paesi gelidi coperti di neve.
Abbiamo attraversato l’equatore che ardeva al sole.
Abbiamo camminato ad uno ad uno, provenienti da luoghi diversi.
Ci siamo resi conto che il mondo è l’unica via.
E tu?
Ehi, chi ci ha trascurato,
i caporali presuntuosi? -Sii paziente, rifletti prima di profanare la vita
e dire che non è niente. E poi la tua formula ”lavoro-casa”,
il nostro modo di esistere secondo cui
”la vita è la -via” è piuttosto…
I tuoi poeti hanno detto:
”Liberate il mondo dagli zingari”, sbarazzatevi del cane, degli scrocconi,
e questi poeti tienili solo per te,
non sono per noi.
Ti abbiamo regalato un mondo di sogni.
D’accordo, tieni per te tutte le ricchezze,
ma dovresti sapere che la fortuna non è per gli zingari.
Il mondo sta urlando per colpa tua.
S. K. K.
