lunedì, Settembre 16, 2024
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Il disordine della politica italiana e il suo attuale stridere

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Il secolo in corso sarà probabilmente quello che farà registrare, almeno fino a oggi, il numero più alto di eventi eccezionali rispetto a quelli già trascorsi dall’inizio della storia. Si dovrà procedere a tentoni per la verifica della validità della affermazione appena riportata, per gli evidenti limiti oggettivi che essa presenta. Intanto, per evitare che si raffreddino gli effetti procurati all’umanità dagli stessi, si può tentare di operare sulle indicazioni disponibili, salva la riserva di rivedere il risultato, se nel tempo dovessero venir fuori elementi nuovi.

Avvicinando così l’attenzione a pochi ma significativi fatti che stanno accadendo in queste ore e altri giá realizzatisi da poco, possono essere tratte le prime conclusioni, purtroppo amare. Una è che, per esigenze di cortile, nessun rappresentante del popolo riesce a operare nei confronti di quanto dovrebbe normare senza preclusioni di sorta. Per essere più espliciti, quel, meglio quei, parlamentari finiscono per comportarsi come il viaggiatore che, volendo recarsi a Milano partendo da Roma, salga salga su un treno che va a Napoli. Venendo al dunque, qualcosa del genere si sta verificando a Montecitorio, in maniera particolarmente meritevole di pubblico ludribio. È quanto riguarda la conclusione della Grande Beffa, oramai indicata solo come Superbonus.

Sarebbe dovuta essere la Grande Occasione per il Paese non per darsi il belletto, ma riconquistare un minimo di decoro degli edifici di una certa età.Tale provvidenza, sia passata l’ironia, è stata e continua a essere occasione di cospicuo illecito arricchimento per aziende di costruzioni create sole per mettere in atto malaffare alla ennesima potenza. Al danno si aggiunge la beffa che molte famiglie hanno perso l’ uso della propria abitazione perché il cantiere è stato abbandonato dall’impresa che avrebbe dovuto completare l’intervento. È doveroso aggiungere che il patrimonio edilizo del Paese, nella maggior parte dei casi, è costituito da immobili di fattezze gradevole. Negli altri casi si tratta di costruzioni mai ultimate o decrepite che possono essere paragonate a un pugno in un occhio. Sembrerà strano, ma il tutto ha punti di contatto con la trama del film Metropoli del regista Frank Ford Coppola, Megalopolis.

Il regista, che ne è anche autore, ha impiegato quaranta anni prima di immeterlo nelle sale cinematografiche: ciò ha preso il via dal 16 di questo mese. Per quel poco che si è già saputo ricorda molto Mani sulla Città di Francesco Rosi, con tante differenze ma poggiate su realtà diverse per ubicazione e con molti agganci per il tessuto sociali.

Megalopoli è confermata a New York, mentre le mani che strapazzano l’ambiente, hanno presa su Napoli. Il paragone la dice lunga, ma per avere maggiori dettagli bisognerà aspettare che si attenui la foga del primo momento. Per concludere una constatazione.

Il film di Rosi, avvicinandosi alla cinquantina, conserva la sua attualità sgradevolmente.

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