di Remo Girotti
Si sono conclusi nel tardo pomeriggio gli scontri che hanno agitato via Ostiense a Roma, al termine di una manifestazione pro-Palestina. La situazione, inizialmente pacifica, è degenerata quando alcuni manifestanti incappucciati hanno iniziato a lanciare sassi, bottiglie e addirittura un palo stradale contro le camionette della polizia e della Guardia di Finanza. In risposta, le forze dell’ordine hanno usato idranti e lacrimogeni per disperdere la folla.
Secondo fonti ufficiali, sono stati feriti 24 agenti tra poliziotti e finanzieri: 20 appartenenti alla polizia e 4 alla Guardia di Finanza. Anche una ragazza è rimasta ferita durante gli scontri, riportando lesioni alla testa con perdita di sangue, insieme ad altri due ragazzi. Un poliziotto è stato invece colpito alle gambe.
La polemiche contro il divieto
Nei giorni precedenti la decisione di vietare la manifestazione aveva provocato reazioni contrastanti nel mondo palestinese. Mentre l’Unione democratica arabo-palestinese e i Giovani Palestinesi hanno confermato la loro presenza in piazza, la Comunità palestinese aveva accettato di posticipare la manifestazione al 12 ottobre. Diverse organizzazioni, tra cui collettivi studenteschi, avevano invece immediatamente espresso la loro adesione. Un video pubblicato dal liceo Virgilio di Roma ha mostrato uno striscione con la scritta “Israele Stato terrorista”.
La decisione di vietare la manifestazione ha inaspettatamente unito estrema sinistra ed estrema destra. Potere al Popolo e Forza Nuova si sono schierate a favore della mobilitazione, criticando la “campagna di criminalizzazione”. Anche esponenti del Movimento 5 Stelle, come Francesco Silvestri e Stefania Ascari, hanno espresso perplessità sulla scelta del governo, ritenendola una mossa che potrebbe favorire lo scontro.