venerdì, Settembre 20, 2024
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I giovani Europei sono stanchi dell’Europa. Ecco cosa dicono i sondaggi. C’è aria di “rivoluzione” (ma non in Italia)

di Paolo Cagnoni

I sondaggisti stanno cominciando a interrogarsi su un fenomeno in atto fra i giovani di tutta Europa. Per anni la cosiddetta Generazione Z è stata descritta come docile, europeista, figlia dell’Erasmus. Ma da qualche tempo le cose stanno cambiando. Gli Under 30 faticano a trovare un lavoro accettabile e alloggi alla portata delle loro tasche. Sono abbandonati a se stessi, con istituizioni sempre più sorde alle loro esigenze. Dei loro problemi, in questa Unione Europea, sembra non interessare a nessuno. Così, per la prima volta da molto tempo, sta montando la rabbia di una generazione abbandonata e senza punti di riferimento per il futuro. E ovviamente parte la narrazione mainstream, che vuole tutti i giovani allineati ai partiti dell’ultra destra. Anti sistema, anti immigrazione, nazionalisti. In una parola: sovranisti. Il sovranismo, il demone degli europeisti. Naturalmente, a nessuno viene in mente che forse questi ragazzi sono esasperati da vent’anni di politiche neoliberali che li hanno messi all’angolo e li vogliono sempre più soli, poveri e precari. E’ più facile accusarli di fascismo.

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In realtà, c’è una parte di verità in quello che segnalano i sondaggisti. Sono i partiti di destra, a volte estrema, a beneficiare maggiormente dello scontento giovanile. Ma non sono i soli. In Germania è nato un partito di stampo sovranista a sinistra, e sta salendo velocemente in tutte le rilevazioni pre elettorali. Perché il disagio si avverte su tutti i fronti. Ovviamente, essendo più numerosi i partiti di destra che si schierano contro l’Unione Europea, sono loro a raccogliere più consenso. In tutto il continente. Dagli spagnoli di Vox agli olandesi del Partito delle Libertà, al Rassemblement National di Marine Le Pen. E, purtroppo, ai tedeschi di AfD, che in alcuni loro membri mostrano preoccupanti nostalgie naziste. Il risultato, in ogni caso, è che il voto dei 18-35enni si sposterà dai partiti ecologisti a quelli sovranisti. La preoccupazione non è più quella dell’ambiente, ora che la “stella” di Greta Thunberg si è spenta e le politiche green esasperate stanno mettendo in ginocchio il ceto medio. Il problema dei giovani non è più “l’ansia da cambiamento del clima”.

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Ad allarmarli sono il lavoro precario o sottopagato, le bollette, gli affitti irraggiungibili, gli aumenti dei prezzi generalizzati, la difficoltà a costruirsi una famiglia, la minaccia di una guerra globale. E qualcuno si stupisce se, dopo essere stati bombardati di propaganda europeista per anni, ora i giovani si ribellano e cercano qualcuno che li rappresenti. L’abbiamo già visto accadere nella storia: un’azione sbagliata porta a una reazione, spesso anch’essa sbagliata. Ma i neoliberisti e gli ultra europeisti hanno poco da scandalizzarsi: sono loro la causa di ciò che sta accadendo. In tutta Europa i giovani si stanno riavvicinando alla politica, vogliono far sentire la loro voce, hanno capito che solo attraverso l’impegno e l’unione potranno cambiare le cose. Quasi ovunque, va detto, ma non in Italia: qui la maggior parte dei giovani non da segno di volersi ribellare. I ragazzi non vanno a votare e manifestano il loro disagio in modo intimo, psicologico. Come se non avessero più speranze. Ed è questo, forse, il primo problema da risolvere se vogliamo che l’Italia abbia un futuro e non diventi terra di conquista per i potenti di turno.

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