giovedì, Settembre 19, 2024
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Guerra in Medio Oriente: Hamas accetta il piano di Biden. Adesso tocca a Israele

Hamas ha accettato il piano degli USA per una tregua nella guerra in Medio Oriente, mentre si attende la risposta di Israele. Israele ha ribadito che nel futuro della Striscia di Gaza ci sarà un governo «alternativo ad Hamas». Cresce il sostegno alla roadmap proposta dal presidente Joe Biden, sia all’interno dello Stato ebraico sia nella comunità internazionale.

Ophir Falk, consigliere del premier Benjamín Netanyahu per la politica estera, ha dichiarato che Israele non respinge l’accordo: «È ciò che abbiamo concordato. Non è un buon accordo ma vogliamo con forza il rilascio di tutti gli ostaggi. Tutti». Falk ha aggiunto che non ci sarà un cessate il fuoco permanente fino a che tutti gli obiettivi di Israele non saranno raggiunti. Tra questi, il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato la necessità della «distruzione» di Hamas per impedirne l’esistenza e la preparazione a Gaza di un «governo alternativo» alla fazione islamica.

Gli USA, in vista della prossima riunione del Gabinetto di guerra israeliano, sono fiduciosi sull’esito positivo dell’intesa. John Kirby, portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale, ha dichiarato ad ABC: «Ci attendiamo che se Hamas si dirà d’accordo con la proposta, Israele dirà di sì». Kirby ha inoltre osservato che Israele ha già raggiunto buona parte dei suoi obiettivi a Gaza e che dal punto di vista militare, Hamas non è più in grado di condurre un attacco come quello del 7 ottobre.

All’interno di Israele cresce il sostegno per quello che viene indicato come “Accordo Netanyahu”. Tuttavia, i ministri della destra radicale, come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, si oppongono e minacciano di far cadere il governo. Il presidente Isaac Herzog ha dichiarato di dare il suo pieno sostegno al premier Netanyahu per un accordo che porti al rilascio degli ostaggi. Anche il Forum delle famiglie degli ostaggi e il kibbutz Nir Oz stanno facendo pressione sui politici per far accettare l’accordo.

Resta aperta la questione del valico di Rafah, principale punto di ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Durante una riunione al Cairo, l’Egitto ha chiesto il ritiro incondizionato delle IDF dall’area e la garanzia che gli aiuti possano arrivare senza restrizioni, con la presenza di palestinesi nello scalo. L’Egitto ha chiesto il via libera per 350 camion al giorno per Gaza. Al momento, le operazioni dell’IDF si concentrano nel campo profughi di Yabna e nel Corridoio Filadelfia, lungo il confine con l’Egitto, dove sono state trovate molte armi e pozzi di lancio di razzi. Intanto, continua lo scontro al nord con gli Hezbollah, con lancio di razzi e droni dal Libano e raid israeliani in risposta.

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