lunedì, Settembre 16, 2024
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Gli USA, la Cina e il tavolo da ping pong mandato in soffitta anzitempo

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Uno sguardo da Ponte di Domenico Ocone 

Sicuramente in qualcuno potrà suscitare reazioni di fastidio ricordare quanto accadde tra gli USA e la Cina a metà degli anni ’60.

Sarà utile mettere qualche argine al fiume della storia, per non favorire noia e disinteresse per il contenuto di queste righe. Giusto per inquadrare il periodo, anni ’60, Presidente degli USA era Richard Nixon, mentre Primo Cittadino cinese era Mao Tse Dong. Per opera di un centenario che da poco ha lasciato questo mondo, Henry Kissinger, all’epoca segretario di stato americano, i due presidenti si incontrarono a Pechino, in un momento storico connotato da molti degli avvenimenti, purtroppo non fausti, risalienti al secolo scorso.

All’epoca pretendente al primo posto sul podio della leadership mondiale non era la Cina, bensì l’URSS con a capo Breznev. Fu la “diplomazia del ping pong” che aprì la strada al dialogo per quelle due realtà, mentre l’antagonista dell’America per il primato mondiale resto l’URSS. Riavvolgendo in fretta la pellicola della storia e osservandola con attenzione, dai primi anni del secolo attuale non si può non affermare con certezza che chi aspira al primato sulla terra sia XI e non Putin. Di un qualche aiuto al fine di cominciare a comprendere quale sia stata l’evoluzione delle vicende di questo mondo che hanno portato a stabilire la tensione più che alta tra gli USA e la Russia, bisogna fare un salto all’indietro con la memoria, al V°secolo prima di Cristo e atterrare virtualmente in Grecia, più precisamente nel Peloponneso, dove era in corso una lunga guerra descritta da Tucidite. Questi commentò la guerra tra Atene e Sparta, che ebbe una evoluzione riassumibile nell’ escalation che si crea quando dalle invettive si passa alle armi. È quanto sta accadendo attualmente, da valutare sezionando il caso fino a separare gli argomenti che lo compongono uno a uno. Solo un accenno alle organizzazioni di quelle realtà socioeconomiche: se gli USA sono da sempre patria della democrazia e tempio del libero mercato, la Cina considera della stessa stoffa il totalitarismo e un tipo di mercato completamente sganciato dalla logica economica. Questo è il panorama d’insieme. Il punto che rimanda alla cosiddetta Trappola di Tucidite è il problema dell’indipendenza di Taiwan. Nell’ultimo periodo si è sfiorato più volte l’incidente diplomatico: il passo successivo sarebbe che la mossa da esso derivanti, quasi certamente sarebbe il passaggio dalle minacce allo scontro fisico.

Di questi tempi il mondo non ne avverte certamente l’assenza.

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