domenica, Settembre 8, 2024
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Fuga in Molise, una regione sublime che gli stessi italiani ignorano

Il Molise nasce amministrativamente il 27 dicembre 1963, quando la regione venne separata dall’Abruzzo . E’ la seconda regione più piccola d’ Italia , dopo la Valle d’Aosta .

Montagne e colline, valli e villaggi arroccati costituiscono la maggior parte dei suoi paesaggi. Protetta da ogni inquinamento, senza industria, la natura è intatta. In questi pascoli pecore, capre, mucche e bufali vagano liberamente da tempo immemorabile.

Scarsamente popolato, con soli 290.000 abitanti, il Molise sembra fermo nel tempo. Attraversandolo da nord a sud e da est a ovest, su piccole strade tortuose, si ha l’impressione di viaggiare in un paese diverso, un’enclave intatta che non subisce alcuna trasformazione da cent’anni. La gente del posto è amichevole, felice di incontrare i visitatori.

600 anni prima della nostra era, qui vivevano i Sanniti, incontro di più popoli accomunati dalla stessa identità linguistica, l’osco, con la scrittura da destra a sinistra e un alfabeto derivato dall’etrusco. Gli eserciti romani impiegarono tre secoli prima di sottometterli, nell’88 a.C. ANNO DOMINI

Di fronte alla quiete delle colline di Pietrabbondante , c’è un santuario sannita che sembra immutato nonostante i suoi 2200 anni. Vi si celebravano riti religiosi e politici, onorando divinità allegoriche, Honos (onore), Virtus (coraggio) e Opiconsiva (abbondanza).

Proprio a Isernia fu scoperto casualmente,  il più importante sito con tracce dei primi uomini sul suolo europeo. Lo testimonia un tappeto di ossa: bisonti, rinoceronti, elefanti, orsi, leoni delle steppe, megaceros (cervi), ippopotami, manufatti umani, utensili in selce e pietra calcarea. All’aria aperta, è possibile visitare questo sito preservato: attorno al ritrovamento è stato costruito un gigantesco museo. Impressionanti le ricostruzioni degli animali a grandezza naturale.

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A Sepino , la bellezza delle porte di accesso, l’imponenza delle venti colonne ioniche della “Basilica”, luogo di potere e di commercio, la straordinaria presenza del teatro assolutamente intatto di 3000 persone, lasciano senza parole. Vi è anche uno stupefacente mulino idraulico intatto (una rarità in Italia) della seconda metà del III secolo. Parzialmente distrutta da un terremoto nel 346, la città cadde nell’oblio dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476.

Austero, imponente è il castello del X secolo che domina il paese di Venafro dal colle Sant’Angelo. Al primo piano, sulle pareti, sono rappresentati a grandezza naturale i cavalli di Enrico Pandone, signore del luogo nel XVI secolo. Fece realizzare questi affreschi in omaggio ai suoi stalloni più belli tra il 1522 e il 1527. Magnifico è anche l’immenso salone con i suoi dipinti bucolici.

A 30 km a nord-ovest di Isernia, nei pressi di Castel San Vincenzo e scoperta casualmente da un contadino nel 1832, la Cripta dell’Abate Epifanio è una rara testimonianza dell’abbazia benedettina che fu uno dei centri monastici e culturali più grandi d’Europa nel IX secolo a.C. essere rasa al suolo dai Saraceni. Alle pareti, sorprendenti scene evangeliche apocrife rappresentano Maria e gli arcangeli, soggetti ispirati all’Apocalisse di Giovanni e all’abate Epifane inginocchiato davanti al Cristo crocifisso. Solo 19 persone al giorno sono autorizzate a visitare questo luogo.

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Incorniciata nel verde, la Basilica Minore dell’Addolorata di Castelpetroso appare in tutto il suo splendore, bianca, immacolata, con i suoi due slanciati campanili e la sua cupola alta 52 metri protesa verso il cielo. All’interno, ogni cappella è dedicata ad uno dei sette dolori di Maria: profezia di Simeone, fuga in Egitto, ricerca del bambino, calvario poi agonia di Gesù, discesa dalla croce, sepoltura.

Una delle aziende più antiche del mondo è visitabile qui ad Agnone , cittadina in provincia di Isernia. Almeno dal 1339, di padre in figlio, da 27 generazioni, la famiglia Marinelli vi fonde a mano le campane. Poco distante, il museo di storia del rame di Francesco Gerbasi risplende di mille sfumature di rosa. Dopo il laboratorio del calderaio, scopriamo una casa con i suoi piatti, pentole, padelle e bacili lucenti, ammiriamo i dettagli delle sculture sul metallo. Alcuni dei pezzi esposti risalgono al XV secolo.

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