giovedì, Settembre 19, 2024
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Forza Italia vuole rifare la Dc? Attacco alla Lega sull’autonomia. Guardando ai cattolici

di Paolo Cagnoni

 

Ormai è chiaro che la principale preoccupazione politica di Giorgia Meloni viene dai contrasti, sempre più netti ed esibiti, fra i suoi principali alleati. Da una parte la Lega di Salvini, che dopo l’entrata nel partito di Vannacci e l’adesione al gruppo dei Sovranisti Europei di Orban, ha preso una direzione ben precisa. Dall’altra una Forza Italia sempre più “berlusconiana”, nel senso di Marina e di Piersilvio, che si smarca dalle iniziative del Governo e sembra voler corteggiare in modo sempre più aperto il mondo cattolico. L’ultimo fronte di contrasto gli Azzurri lo hanno aperto proprio sul tema che sta più a cuore ai rappresentanti del Carroccio: quello dell’Autonomia. Come riferito da Tommaso Ciriaco su Repubblica, è stato lo stesso Tajani a lanciare il sasso nello stagno. “Non nego che siamo preoccupati per l’effetto che potrebbero avere certi accordi con le Regioni del Sud“, avrebbe confidato il leader di FI. “Abbiamo forti perplessità“. Il quotidiano romano spiega che Tajani, in questa sua campagna è mosso da “tre ragioni politiche concrete: frenare la riforma leghista gli permette innanzitutto di compattare i gruppi parlamentari, fra i quali l’ala meridionale che considera questa legge una sciagura”.

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“La seconda” prosegue Repubblica, “permette di interpretare la richiesta dei fratelli Berlusconi di portare avanti una linea autonoma rispetto agli alleati. Il terzo motivo, però, è quello decisivo: contrastare l’Autonomia è il sigillo ideale per blindare il patto con il mondo cattolico, sempre più insofferente verso un esecutivo a trazione salviniana. Un patto che Tajani si è posto come obiettivo prioritario. Ecco perché gli azzurri preparano le mosse utili a stoppare, se necessario, i primi accordi fra Regioni e Stato centrale“. Per ottenere il risultato di avvicinare i cattolici, il leader di FI sta mettendo in atto una serie di incontri: oggi presenterà a Fondi il libro del fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi. Ieri è stato a Verona al raduno nazionale dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani). Un’associazione vicina al centrosinistra, ma di chiara impronta cattolica. Che sembra rispondere perfettamente all’indicazione del Vicepremier, secondo cui Forza Italia dovrebbe occupare “lo spazio al centro tra Meloni e Schlein“. L’accordo sulla legge per le Autonomie dovrà passare attraverso le Camere, che dovranno esprimersi con un parere non vincolante ma, spiega Ciriaco, “politicamente decisivo entro tre mesi. Ed è qui che FI potrebbe decidere di schierare i gruppi contro un testo sgradito, votando con le opposizioni“.immagine whatsapp 2024 08 26 ore 13.49.06 88d15c8e

“Toccherebbe poi a Meloni decidere se adeguarsi al parere o ignorarlo”, conclude Repubblica. “Ecco perché la Premier vuole vederci chiaro. Pensare a Settembre a rischi e benefici di questa partita. Non è da escludere che possa tornarle utile l’attivismo azzurro, visto il malumore crescente in FdI verso l’Autonomia. Lo spettro, però, è che a farne le spese sia il Governo“. C’è un’altra considerazione da fare, a proposito delle mosse di Tajani. La regia di Piersilvio e Marina Berlusconi dietro la linea della “nuova Forza Italia” è chiara. E dimostra che i due fratelli hanno imparato dal padre come muoversi, sia pure per ora da dietro le quinte, nell’intricato mondo della politica. Perché se si considera l’avvicinamento al mondo cattolico e la volontà espressa di occupare lo spazio al centro fra destra e sinistra, non può che venire in mente la vecchia Dc. Una rinnovata FI potrebbe riuscire a ricompattare un elettorato centrista che, dopo la fine della Prima Repubblica, e soprattutto dopo la scomparsa di Berlusconi, era andato in ordine sparso. Se il piano fosse questo e se avesse successo, forse saremmo vicini alla fine del bipolarismo come lo abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni. E un forte partito di stampo neo-democristiano potrebbe diventare il vero ago della bilancia della politica italiana. Sarebbe un terremoto epocale che, paradossalmente, ci riporterebbe indietro – almeno in parte – a uno schema precedente all’avvento di Mani Pulite.

 
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