giovedì, Settembre 19, 2024
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EMOJI, ECCO COME VENGONO INTERPRETATE DAL NOSTRO CERVELLO

Ormai non ci sono più dubbi, internet è una parte davvero fondamentale nella nostra vita.

Che sia per lavoro, per svago oppure per semplice passatempo, internet, la rete globale, è utilizzata quasi da tutti ogni giorno, chi più e chi meno.

Del resto, immaginare un mondo senza internet, comporterebbe al caos più totale, facendo ripombiare la nostra società a 100 anni fa ed anche di più, con danni davvero apocalittici.

Infatti, che piaccia oppure no, internet è di vitale importanza nel nostro attuale periodo storico; anche se psicologicamente non deve diventare un abuso.

E, parlando proprio di psicologia, un recente studio ha dimostrato l’interpretazione che il nostro cervello ha nei confronti del simbolo principale di internet: ovvero le emoji.

Tali emoji, smaileis oppure semplicemente faccine sono quelle simpaticissime figure rotonde gialle, simili all’eroico personaggio del mondo dei videogiochi PAC-MAN, oppure di altre forme e colori, che riescono, in un modo davvero efficace e semplice, a rappresentare un determinato stato d’animo e/o comunicare un messaggio in modo estremamente facile.

Il cervello, invece, è l’organo più complesso, misterioso ed affascinante in noi umani; con i suoi circa ben 100 miliardi di neuroni, le cellule non a caso simili a delle stelle che lo costituiscono, i suoi incredibilmente 600 chilometri di vasi sanguigni uguali circa alla distanza tra Salerno e Modena ed il suo complessissimo sistema nervoso, riesce a gestire le attività vitali del nostro organismo.

Oltre a questo, il nostro cervello emette tutti gli impulsi elettrici, i neurotrasmettitori (tra cui gli ioni di calcio), gli ormoni (dei messaggeri chimici a base proteica che servono a gestire i processi metabolici ed a costituire i tessuti viventi) e gli stimoli per mantenere in vita il nostro corpo nel suo straordinario mix di proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, vitamine, enzimi (gli enzimi sono, quindi, dei catalizzatori a base proteica, infatti la catalizzazione è una sorta di “accelerazione chimica” che avviene in ambienti biologici oppure non senza provocare però una modifica degli stessi enzimi ma una sorta di “alterazione, suddivisione e scissione” di altre strutture molecolari), succhi gastrici, acidi, alcalini, amminoacidi, energie, minerali e complessissime reazioni chimiche e fisiche che ci permettono di vivere ed anche di leggere questo interessantissimo articolo.

Ecco una dettagliatissima, realistica e bellissima rappresentazione grafica/artistica delle varie aree del cervello umano e le rispettive funzioni:

 

 

 

emoji e cervello umano 2

 

 

Con tali entusiasmanti premesse, un recente studio, pubblicato sul paper scientifico di nome Social Neuroscience, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca di Milano, gestito dalle ricercatrici Linda Dalle Nogare e Alice Mado Proverbio, ha dimostrato che il nostro cervello è capace di captare qualche millisecondo prima i segnali emotivi trasmessi dalle emoji a differenza di quelli emessi da un viso umano.

Infatti, tramite l’analisi dell’attività elettrica cerebrale di alcuni volontari, si è riusciti a dimostrare che osservare un’emoji attiva meno aree del cervello e quindi, relativamente, impiegare meno tempo nel capire lo stato d’animo rispetto ad un volto umano.

Questo perché un’emoji è strutturalmente più semplice ed il nostro cervello la interpreta in modo più intuitivo e come un semplice oggetto da antropomorfizzare, mentre per un volto umano ci sono ulteriori variabili.

In un volto umano, infatti, per comprenderne lo stato d’animo, si attivano le seguenti aree del nostro cervello: l’area occipitale per le facce (OFA), l’area fusiforme per le facce (FFA), il solco temporale superiore (STS) per la mimica e la voce, l’amigdala e il sistema limbico per le emozioni.

Stando ai calcoli di questo incredibile studio, lo stato d’animo di una persona veniva compreso maggiormente con le emoji al 92,7% dei casi, mentre con il classico volto umano nell’82,4% dei casi; con un incredibile distacco di ben 10,3% quindi di punti percentuali.

INCREDIBILE MA VERO!!!

Infatti, sembra paradossale davvero ma è così, non a caso, una delle 2 autrici di questo fenomenale studio,1 ovvero Alice Mado Proverbio, professoressa di Neuroscienze cognitive all’Università di Milano-Bicocca di Milano e responsabile del laboratorio di Elettrofisiologia cognitiva che, tra l’altro, da moltissimo tempo, insieme ai suoi colleghi, si sta occupando di tale tema nel tentativo di scoprire i segreti del cervello umano ed anche il suo approccio con internet, ha spiegato questo straordinario caso in tal modo:

“In un mondo sempre più dominato dalla messaggistica e dalla comunicazione digitale, desideravamo esplorare i meccanismi neurali attraverso cui il cervello comprende e interpreta i segnali emotivi trasmessi dalle cosiddette “faccine”, per valutarne la precisione, l’efficacia e la rapidità.

Siamo dotati di un “cervello sociale” i cui neuroni rispondono in modo innato alle facce e riconoscono in modo relativamente automatico il significato delle espressioni emotive.

Queste strutture sono l’area occipitale per le facce (OFA), l’area fusiforme per le facce (FFA), il solco temporale superiore (STS) per la mimica e la voce, l’amigdala e il sistema limbico per le emozioni.

Grazie all’esistenza di questo meccanismo sappiamo in un decimo di secondo se la persona di fronte a noi è arrabbiata o triste.

I risultati hanno mostrato tempi di risposta più rapidi per gli stimoli congruenti (ovvero in cui la parola rispecchiasse l’emozione di facce o emoji mostrate subito dopo) rispetto a quelli incongruenti rispetto alle parole, per tutte le emozioni, dimostrando così la loro effettiva comprensione.

Tuttavia le emoji venivano riconosciute almeno 70 millisecondi prima delle espressioni facciali.

In altre parole le persone riconoscevano con maggiore precisione e chiarezza le emozioni trasmesse dalle faccine piuttosto che dai volti reali.

Le faccine, per la loro natura schematica, possano essere più facili da riconoscere rispetto ai volti, soprattutto per le emozioni negative come la paura, la rabbia, o il disgusto.

Le facce trasmettono un numero molto maggiore di informazioni morfologiche complesse, attraverso un grande numero di dettagli che sono irrilevanti per il riconoscimento dello stato d’animo delle persone, ma utilizzati per riconoscerne l’identità, l’età, il sesso, l’etnia, come la grossezza e forma del naso, la presenza di rughe, il tipo di incarnato, la distanza, la forma ed il colore degli occhi, la sottigliezza delle labbra.

Con le emoji non si attivano le aree innate per il riconoscimento delle facce (come FFA e STS).

Infatti inizialmente le faccette vengono considerate piccoli oggetti ed elaborate come tali dall’area temporale sinistra – Allo stesso tempo, le loro componenti interne verrebbero riconosciute come parti del volto e dettagli facciali dall’OFA, e la morfologia facciale – per esempio, la curvatura delle sopracciglia e della bocca – sarebbe in grado di indirizzare l’interpretazione emotiva, attivando le aree del sistema limbico, dell’uncus e del cingolato.

In realtà, oltre alla parte emotiva, il cervello vede le faccine come facce di qualcuno: le emoji in sostanza verrebbero antropomorfizzate e usate per capire la mente dell’altro dall’area orbitofrontale.”

Ovviamente si parla, come ho già accennato, di impulsi captati nell’ordine del millisecondo, quindi teoricamente impercettibile nella fase conscia ma, nonostante ciò, dimostra le incredibili capacità del nostro cervello ed in questo caso la possibilità di capire l’altrui stato d’animo più facilmente dalle emoji; del resto, quest’ultime, sono state inventate proprio con l’intento di facilitare le interconnessioni tra le varie utenze di internet.

Infatti, per chi non lo sapesse, il primo esempio delle emoji, come un prototipo sperimentale, venne creato tra gli anni 1998 ed il 1999 dall’interface designer giapponese Shigetaka Kurita, che lavorava, per l’appunto come ingegnere, nella realizzazione di una piattaforma web per telefoni cellulari dell’operatore giapponese, quello più predominante, come una sorta di VODAFONE, chiamato NTT DoCoMo; questo fu, a tutti gli effetti, l’inizio di un successo leggendario per davvero.

Le emoji sono diventate talmente importanti che per un giudice del Canada equivarrebbero addirittura come una firma nell’ormai famosissimo, curioso ed insolito caso del giorno dello 08 giugno 2023 per un avvenimento del 2021 che riguarda un agricoltore canadese

Attualmente, al mondo, esistono 3663 emoji, davvero tantissime, di varie forme e colori oltre alle classiche faccine gialle, come ho già accennato all’inizio; un numero che però, nel tempo, sicuramente aumenterà.

Tramite questo studio si può aprire anche la possibilità, certamente molto valida, di utilizzare le emoji anche per dei benefici psicologici, psiconeurologici e neurologici.

Tutto questo ha dell’incredibile, ma del resto è un’ennesima dimostrazione che internet riesce a facilitare di molto, in un modo davvero impensabile anche soltanto qualche poco decennio fa, la vita di tutti noi.

Certamente va utilizzato, esclusivamente, a fin di bene, sia chiaro questo.

Comunque, internet continuerà ad evolversi e chissà quali vere e proprie magie potremmo assistere in futuro.

Ecco una simpaticissima immagine di alcune emoji:

 

emoji e cervello umano 3

 

Un’altra particolare immagine di altre emoji:

emoji e cervello umano 4

 

Il cervello umano, inoltre, anche se spesso e volentieri viene ampiamente trascurato, è un organo che necessita di essere preso continuamente, sia materialisticamente che energeticamente, cura. ³

Fatto sta, e questo studio lo ha più che ben dimostrato, che il nostro cervello contiene sempre delle continue sorprese, del resto è l’organo che gestisce il nostro corpo e contiene la nostra anima, quest’ultima molto probabilmente presente nella famosissima ghiandola pineale, una piccola ma vitale ghiandola endocrina a forma di pigna, da cui deriva il nome e santificata da tantissime culture, anche dalla nostra, che produce tantissimi impulsi nervosi, moltissimi ormoni alla base di quelli utilizzati dal corpo, una grandissima quantità di energia e tantissimo altro ancora di vitale importanza per la sopravvivenza del nostro organismo e proprio per questo motivo potrebbe essere la chiave di Volta del segreto della nostra anima.

Con tutto questo che è stato divulgato per quanto riguarda le emoji, il cervello resta e resterà per sempre l’organo più enigmatico, per questo motivo anche uno dei più studiati dagli scienziati, del corpo umano e quello degli altri esseri viventi e sono certo che, nel futuro anche prossimo con studi che devono andare OBBLIGATORIAMENTE avanti, potrà rivelarci tantissime scoperte in grado anche di migliorare la qualità della nostra stessa importantissima vita. 

 

¹ https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17470919.2023.2203949?scroll=top&needAccess=true&role=tab

² https://www.wired.it/article/emoji-vale-firma-canada/

³ https://ilgiornale.artestv.it/2023/07/31/il-cervello-umano-un-meccanismo-complesso/ 

GIOACCHINO SAVARESE
GIOACCHINO SAVARESE
Gioacchino Savarese nasce il 26 maggio 1995 a Nocera Inferiore. Fin da subito è appassionato di misteri, scrittura e scienza. Le sue passioni e i suoi sogni si sono materializzati il 16 maggio 2015 con la creazione del Blog intitolato "I Misteri Del Mondo e Dell'Universo", inoltre ha un canale You Tube (adesso chiamato Specialid) e una Pagina Facebook omonimi. Inoltre ha pubblicato un libro il 19 luglio 2017 intitolato "I MISTERI DELLA VITA NELL'UNIVERSO". Il 27 giugno 2019 ha pubblicato il suo secondo libro: DIARIO DI UN SOLDATO. Il 30 ottobre 2019 ha creato il suo nuovo blog, chiamato Specialid, anche la sua pagina Instagram si chiama Specialid. Continua tuttora la sua ricerca nel mistero, nelle sue attività e a scrivere. Inoltre scrive per diversi siti e svolge anche attività da articolista.
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