lunedì, Ottobre 7, 2024
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Due facce di una stessa medaglia

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Un tempo si diceva che le disavventure non vengono tutte per nuocere. Alcune di esse, aggiungeva un gruppo di pensatori che frequentava con assiduità la sala cinematografica della locale parrocchia, riescono bene a far concentrare l’attenzione di chi è addetto alla verifica di alcuni problemi che non sono risultati chiari a una normale ricognizione. Così accade che tutto ciò che, a una prima indagine, può sembrare uno scherzo crudele e sgradito della combinazione di disparati elementi che fanno girare, almeno nei tempi tranquilli,
regolarmente il mondo, se ne manifesti poco dopo un’altra di genere completamente diverso. Per dare solo un’idea di quanto appena riportato, è sufficiente pensare a un terremoto di intensità considerevole. Talvolta, insieme a morte e distruzione, provoca anche la liberazione dell’ambiente dagli impedimenti naturali che non consentivano di estrarre dal sottosuolo considerevoli quantità di ogni prodotto indispensabile a un regolare funzionamento di quanto si intende proiettare nel futuro. Le cosiddette terre rare possono rappresentare un valido esempio di quella sequenza appena abbozzata. Ritornando con l’attenzione sull’ affermazione che una situazione di disagio può essere, anche se solo in parte, un catalizzatore valido per traghettare l’umanità in un mondo diverso, certamente sgrossato da tante negatività verso chi lo popola. Per non diluire tale fiume di osservazioni in tanti rigagnoli, conviene soffermarsi su un solo argomento vitale per la terra e, per di più, attuale. È in atto la transizione dall’ utilizzo di fonti fossili a quello delle rinnovabili, ma finora non è ancora sviluppata come sarebbe necessario che fosse. Attualmente il disagio del mercato dei combustibili di origine fossile sta nel fatto che la quotazione degli stessi segua meno la tendenza di un mercato concorrenziale, dove la quotazione finale è data correttamente dall’ incontro della domanda e con l’ offerta delle quantità stoccate da immettere sul mercato. Quello dei combustibili fossili è in mano a un oligopolio, di cui un componente è l’ OPEC. La forza contrattuale di quel colosso potrebbe fare il bello e il brutto tempo a mani basse. Se non lo fa è solo per motivi riconducibili alla politica del compromesso. Ben diversa sarebbe la scena mondiale se la più parte del fabbisogno energetico provenisse da fonti rinnovabili. Le conclusioni che possono essere tratte sono diverse e tutte non molto ortodosse. Volendo completare il puzzle si arriva a pensare con disappunto che potrebbero essere proprio i conflitti in corso a mettere fretta perchè l’umanità acceleri il passo di quel processo di transizione
È probabile che chi segue più da vicino questa svolta epocale inarchi entrambi i sopraccigli. Ricordando che non ha mai perso validità il detto usato nell’antica Roma “per aspera ad astra”, che potrebbe essere tradotto “attraversando con il minimo danno una fase molto problematica, si può arrivare molto in alto”. Alzi la mano chi non é d’accordo.

 

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