lunedì, Settembre 16, 2024
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Deficit eccessivo, la procedura Ue contro l’Italia. Manovre correttive urgenti entro settembre

di Andrea Aufieri

La Commissione Europea ha lanciato l’allarme: l’Italia è tra i Paesi che dovranno affrontare la prevedibilissima procedura per deficit eccessivo. Con debito e disavanzo alle stelle, il governo deve trovare rapidamente una soluzione per evitare pesanti sanzioni. Oggi, 19 giugno, la presentazione del “Pacchetto di primavera” da Bruxelles. “Non c’è più tempo da perdere”.

Sette Paesi nella lista nera

Come annunciato da tempo, la procedura non contempla solo l’Italia. Ci sono anche Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. I sette governi devono ora rimettere in ordine i conti pubblici. Per il rotto della cuffia, altri cinque Paesi in bilico hanno evitato le misure stringenti: Estonia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovenia e Finlandia.

“Un percorso difficile, ma necessario”

Per l’Italia, il percorso di rientro sarà particolarmente arduo. Con il deficit più alto d’Europa, il governo Meloni dovrà lavorare a stretto contatto con la Commissione Europea per ridurre le spese. Entro il 20 settembre dovrà essere presentato un piano dettagliato per rientrare nei parametri. Questo si traduce in un taglio di 10-12 miliardi di euro annui per i prossimi sette anni. Un compito titanico che renderà la prossima manovra economica una delle più difficili di sempre.

Le sfide del governo Meloni

Il governo italiano dovrà affrontare scelte difficili. Attualmente non è prevista una correzione immediata dei conti, poiché l’ultimo Documento di economia e finanza (Def) non ha incluso alcune misure di spesa in vigore, come il taglio del cuneo fiscale. Con l’approssimarsi delle scadenze, però, sarà inevitabile trovare nuove soluzioni per equilibrare i conti senza gravare ulteriormente sulle famiglie e sulle imprese italiane.

Situazione critica, con qualche speranza

Il “Pacchetto di primavera” della Commissione Europea ha anche evidenziato che Grecia e Italia, pur avendo registrato squilibri eccessivi fino all’anno scorso, mostrano ora segni di miglioramento. Si tratta, però, di decimali di crescita, davvero esigui per poterci costruire una visione realistica del futuro.

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