lunedì, Settembre 16, 2024
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Dall’Oriente misterioso con molta confusione

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Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone 

  

A Pechino, nei primi giorni della settimana in corso, si è tenuto l’annuale incontro dei rappresentanti dello stato/partito, il Congresso Nazionale del Popolo, presieduto dal leader Li Qiang.

Gli argomenti oggetto di discussione sono stati concentrati sullo stato della “Democrazia con caratteristiche socialiste cinesi”, questa la denominazione ufficiale dell’evento.

Sarà una forma di deformazione, ma quell’ espressione, sarà per la stessa quantità di vuoto contenuto, riporta alla mente l’ “operazione militare speciale” che ha la stessa matrice ideologica.

Tutto si è svolto come per le riunioni dello stesso genere tenute prima della comparsa delle recenti sciagure nel mondo. Anche se il rituale è stato pressoché simile, si è sentito il peso lasciato da varie edizioni della pandemia e, come se non bastasse, quello ancora gravante delle guerre tutt’ora in corso.

Ciò che ha richiamato di più l’ attenzione, soprattutto del Presidente XI Jimping, presente nella sala, è stata una accurata disamina dei problemi della Tigre asiatica, quel paese.

Essa, allo stato, ha più le sembianze di un grosso gatto con qualche anno, a cui cominciano a cadere i peli. Solo per mettete a fuoco l’obiettivo, è opportuno ribadire che, comunque, la stessa conserva il posto di superpotenza, seconda solo agli USA.

Il leader Li Qiang è stato sufficientemente chiaro nella sua esposizione dei fatti e quelli che seguono sono i punti intorno ai quali essa orbita.

Quel paese ha appena iniziato un tentativo di ripresa del suo pesante trauma causato dalla crisi immobiliare, che a sua volta si è ripercossa sul sistema creditizio.

Quella crisi é stata scatenata dall’ abbondante offerta di immobili, in prevalenza abitazioni, che, ancora oggi, non trova corrispondenza nella domanda, che da origine a un consistente invenduto. Intorno a quanto appena riportato si articola la maggior parte dei disagi che costituiscono gli ostacoli alla ripresa socio economica di quel subcontinente.

Con ordine.

L’inflazione ha dato segnali concreti anche a quelle latitudini: il potere di acquisto è calato sensibilmente e le sue conseguenze sono chiaramente rinvenibili in una diminuzione generalizzata della spesa per beni e servizi, anche di quelli ripetitivi o di consumo che definir li si voglia.

Se ne traggono agevolmente le conclusioni, rappresentate fin da subito da un calo della domanda interna. Quanto appena riportato prende consistenza di fronte a un tipo di offerta che è per ipotesi anelastica, cioè neutrale rispetto al volume attuale dell’offerta.

Pertanto, nel breve periodo, non può essere presa in considerazione alcuna modifica dell’assetto produttivo di quella realtà politico-economica. In effetti alcune considerazioni che valgono nelle economie basate sul libero mercato, sono valide anche dove le stesse non sono di quel tipo. In particolare l’edilizia, sia residenziale che destinata alla produzione, il più delle volte, quando il cerchio si chiude con la consegna dell’ opera, avviene anche il ritorno finanziario, per maggior precisione il suo regolamento.

Negli USA, nel secolo scorso, buona parte dei problemi economici e finanziari causati dalla Grande Crisi prima e delle spese di guerra dopo, furono risolti premendo sul pedale dell’acceleratore dell’edilizia in genere, di quella pubblica in specie.

Il Professor John M. Keynes ne fu promotore e sostenitore convinto. Nel caso della Cina, almeno per quanto si può ricavare dalle notizie che circolano fuori della Muraglia, l’ intero dissesto parte appunto dal settore immobiliare. Ritornando a commentare quanto accennato, la sintesi dei recenti lavori dei Leaders di Pechino non è stata soddisfacente e altrettanto, se non ancor più, i commenti dei partecipanti. Mentre da parte di chi di competenza, in particolare Li Qiang, veniva confermato che, per l’anno in corso, il PIL potrà crescere, non più del 5%, altri responsabili del Partito in sala hanno immediatamente risposto che quella percentuale è del tutto insufficiente perchè la Cina possa ritornare sul sentiero dello sviluppo socioeconomico.

Fin qui è quanto sta accadendo sul Mar Giallo, e le ripercussioni si stanno facendo già sentire, anche se con espressioni diverse, nel resto del mondo. Volendo solo accennare le ripercussioni per il Paese, risulta immediato il riscontro che la percentuale dell’export verso la Cina è destinata a ridursi ancor più di quanto si sta verificando attualmente e non di decimali dopo lo zero.

Altrettanto desta preoccupazioni la circostanza che la durata di quanto sopra non sarà certo limitata a pochi mesi. Sempre con lo sguardo concentrato su quanto riguarda l’Italia, un’altra negativitá su larga scala minaccia la stessa e gli altri paesi che devono attraversare lo stretto di Suez.

Dovendo proseguire la navigazione sul Mar Rosso sino alla destinazione finale, sono a rischio di essere colpite dai missili dei ribelli Houthi. Altrettanto accade alle navi che percorrono quella rotta al contrario.

La limitazione e il costo per il trasporto di ciascuna tratta, inducono i potenziali fruitori di quei servizi a comportarsi come accade talvolta nel mercato dei prodotti agricoli: prima gli operatori consegnano il prodotto agli acquirenti per evitare che esso perda di qualità e quantità. A campagna conclusa, l’acquirente pagherà un prezzo, lo stesso per tutti, che “uscirá”, questo il termine usato, dalla media dei prezzi di prodotti analoghi spuntati sulle varie piazze in quella stessa epoca.

Se questo modo di fare non è assimilabile così come è a un gioco d’azzardo, manca poco.

Quando le dimensioni di qualcosa del genere non sono limitate nell’ambito di pochi paesi, come lo sono ora, si innescano meccanismi che vanno di poco più in alto della definizione cervellotici. Per essere ancora più precisi, è la libertà dei mercati che ne paga le conseguenze, perché si innesca un atteggiamento di chi compra e chi vende talmente incerto che può rivelarsi, tra l’altro, risultato di comportamenti di sola speculazione.

Una interessante considerazione colta di sfuggita alla Bocciofila: due dei soci, tra il lancio di una boccia e quello di un pallino, si interrogavano a vicenda su un aspetto di particolare importanza dei fatti appena esposti. Stando così le cose, dicevano quegli atleti, come potranno avere realmente valore le stime degli specialisti sparsi nel mondo, se solo si azzardano a superare l’orizzonte temporale di un anno? Dar loro torto è praticamente impossibile. Altrettanto lo è trovare una soluzione che abbia un minimo di attendibilità.

Non starà certamente arrivando la fine del mondo, ma che un prototipo, neppure ben mascherato, stia facendo prove tecniche, non è del tutto inopportuno crederlo.

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