lunedì, Settembre 16, 2024
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Da Washington “diktat” alla Meloni: “No all’alleanza con Le Pen, è amica di Putin”. Timori per il G7 in Italia

Dopo un lungo periodo di “luna di miele” fra Giorgia Meloni e l’attuale amministrazione degli Stati Uniti, che ha gradito l’allineamento della nostra Premier alle posizioni americane sull’Ucraina e non solo, ora gli Usa storcono il naso. E mandano chiari segnali: no all’accordo con Marine Le Pen o si rischia di compromettere tutto ciò che di buono si è costruito sinora sull’asse Roma-Washington. Forse non è un diktat, ma gli somiglia molto. Joe Biden, con tutto il suo staff, teme che un accordo fra Fratelli d’Italia e la leader di Rassemblement National, il partito che si appresta a uscire con la maggioranza relativa dalle prossime elezioni europee in Francia, possa modificare gli equilibri europei. Gli Usa non vogliono che Meloni si allei con Marine Le Pen, considerata una “amica di Putin“. E temono anche che Meloni possa abbandonare le posizioni moderate che hanno contraddistinto l’operato del suo governo sinora, per tornare a quelle che Oltreoceano vengono viste come iniziative politiche più estreme.

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Per questo il prossimo G7 che si svolgerà in Puglia rappresenterà uno snodo molto importante. Gli Stati Uniti puntano a sbloccare il nodo dei beni sequestrati ai russi, che vorrebbero utilizzare per fornire nuovi aiuti a Zelensky. E sicuramente non sarà sfuggito che la posizione italiana, soprattutto da un punto di vista militare, è decisamente più moderata rispetto a quella di Francia e Germania. L’amministrazione Biden vorrebbe stanziare 50 miliardi di dollari per l’Ucraina, una spesa che verrebbe coperta proprio utilizzando le ricchezze sottratte a Mosca. Per Washington l’unico vero ostacolo a questo piano è la Francia, visto che oltretutto in questo momento a capo della Bce c’è Christine Lagarde. Gli Usa contano, per sbloccare gli aiuti, sull’aiuto di Macron. Biden, però, è in disaccordo con il Presidente francese a proposito dell‘invio di istruttori militari a Kiev. E l’Italia, su questo, è d’accordo con Washington.

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Le divergenze fra Palazzo Chigi e la Casa Bianca, invece, riguardano l’utilizzo di armi occidentali in territorio russo. Il ministro degli Esteri Tajani ha sottolineato come questo passaggio potrebbe causare l’allargamento del conflitto, e addirittura portare al rischio dello scoppio di una guerra globale. Gli americani sanno che queste scelte spettano ai singoli governi, ma hanno intenzione di operare una moral suasion per far cambiare idea al nostro esecutivo. E sanno che dietro alle decisioni di Meloni ci sono profonde motivazioni politiche. Il punto più spinoso, in ogni caso, è sull’uso di missili Storm Shadow per colpire la Russia. Francia e Gran Bretagna sono favorevoli, mentre in Italia gli americani vedono come principale ostacolo la presenza di Salvini, le cui posizioni contro l’uso delle armi occidentali è netto e dichiarato. Solo un voto parlamentare potrebbe sbloccare la situazione, ma gli Usa sanno che su questo punto il leader del Carroccio non cederà. Non se lo può permettere. E questo rischia di creare tensioni al prossimo G7, dove non sarà facile trovare la quadra.

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