lunedì, Settembre 16, 2024
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Criticità a Mercato San Severino. Occorrono però meno polemiche e più partecipazione attiva

 

Criticità varie a Mercato San Severino (Salerno). In molti, tra residenti; cittadini; visitatori e avventori da zone limitrofe, lamentano svariate “cose che non vanno”. È normale che non tutto sia perfetto, ma dobbiamo affermare che comunque San Severino può, davvero, considerarsi un’isola “felice” – in Campania e in Italia. Tuttavia ci sono delle negatività – a voler sottilizzare. Tra le cose che più “colpiscono” l’opinione pubblica della città, merita di essere citata – a detta, ripetiamo, dei residenti – la pista ciclabile. A costeggiare la frazione San Vincenzo, meta di nuovi nuclei familiari e sociali. Si tratta di una “bretella” urbana, nel “cuore” degli edifici afferenti ai costruttori De Caro e Ciancone. Ebbene, molti Sanseverinesi lamentano la presenza di insetti e/o lucertole nei pressi della pista; ciò – tuttavia – avviene per la presenza contigua del fiume, che sfocia poi nel Sarno; altro snodo fluviale inquinatissimo. Però chi scrive ha avuto modo di constatare che – nel periodo primaverile ed estivo – dal fiumiciattolo promana un beato gracidare di rane e rospi. Indice – nonostante tutto, per contestare l’evidenza – di un ecosistema ancora accettabile, se non proprio pulito a fondo. Ma i rumours non terminano qui. Sempre riguardo la pista, si segnala – purtroppo – la presenza di cani “non randagi”, che disseminano “puntualmente” le proprie deiezioni lungo il breve tragitto. Poche centinaia di metri. Tale fatto è reale, ma di certo non è “colpa” di questi animali, piuttosto è malcostume dei padroni il non raccogliere le feci canine. Che si ritrovano – anche – lungo i marciapiedi della succitata località San Vincenzo.

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Alcune volte, ci si imbatte anche in cacche di cane avvolte nella bustina. Lasciate al suolo. Tornando nuovamente alla pista, molte volte vi accedono motorini e scooter. Altre volte (non tantissime, in realtà), i vandali danneggiano la staccionata o spezzano rami e giunchi dal vicinissimo canneto. E così via. Ulteriore motivo di contestazione, sempre parlando della pista, viene addotto al fatto che non vi siano – ai lati del nastro d’asfalto – panchine per poter far riposare gli anziani. Per il resto, è uno snodo utile alla pratica di sport o all’uopo di “tagliare” il percorso che si stende tra le frazioni di S. Vincenzo e S. Martino, ma non solo.

 

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Altri elementi “critici” concernono la villetta comunale, devastata (più volte) dagli unni; la presenza di cinghiali presso il parco “Boschetto”; alcune opere al palo da anni; il traffico cittadino e le file di auto clacsonanti e strombazzanti che pervadono San Severino. A ciò si aggiungano le difficoltà in merito al corso Diaz, interessato dal processo di pedonalizzazione che dura da quasi un anno. Senza contare il problema dei trasporti, su ruota e su gomma, che non permette alla virtuosa cittadina di collegarsi al capoluogo di provincia: Salerno. Ancora: i residenti di San Severino stigmatizzano il parcheggio “selvaggio”, ai posti dei portatori di handicap (che non sono solo “accompagnatori”, ma spesso guidano da sé e devono poter discendere dal lato autista – in sicurezza). Tra altre piccole e/o grandi “criticità” – se così ci è concesso dire – le vetture in doppia e (a volte) perfino tripla fila, al centro di Mercato San Severino. Dove si concentrano più attività commerciali della stessa tipologia, letteralmente una accanto all’altra. Il traffico molto congestionato è da sempre una “caratteristica” di San Severino. Ultimamente, a causa dei lavori al corso Diaz – per realizzare l’isola pedonale, permanentemente preclusa alle auto – si sono acuite le insofferenze degli automobilisti. Che lamentano ritardi al lavoro e una viabilità molto “precaria”. Ma questo fatto, ripetiamo, è atavico – nella cittadina. Piuttosto va stigmatizzato il perpetuo correre dei veicoli, ad esempio per le strade di San Vincenzo e lungo la provinciale che conduce alla frazione Costa; a Castel San Giorgio e a Roccapiemonte. Un vizio che ancora è duro a essere estirpato.

 

 

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E qui non c’è “colpa del sindaco” che tenga, la responsabilità è di chi guida. Come anche per la sosta sui posti dei differentemente abili, come pure al parcheggio in molteplici file. Al primo cittadino, casomai, compete la messa in sicurezza delle strade comunali. E alla Provincia quella delle tratte di competenze, appunto, extraurbane. La questione del traffico è evidente negli ingorghi – dovuti alla scostumatezza di chi è al volante, oltre che all’oggettiva e deplorevole penuria di vie di fuga “ottimali” – e nella velocità davvero troppo sostenuta. Lamentata dai residenti di via Roma, che si vedono piombare all’improvviso auto ruggenti e “rampanti” – soprattutto, dicono, da quando il corso è chiuso. Le autovetture scorrazzano anche in via Alfano, verso le località “alte” del Sanseverinese. Qui già c’è scappato il morto e un’altra donna è rimasta ferita gravemente, proprio per la velocità altissima con cui auto e furgoni imboccano questa nonché la via che conduce oltre la frazione Costa. Spesso, nei mesi invernali di mattina (per la presenza di allievi e insegnanti, diretti all’istituto d’istruzione superiore limitrofo) o in serata, durante l’estate, il parco Ciancone appare off-limits per chi intenda parcheggiare. Ed ancora si corre, per le abitazioni in loco – prospicenti ai numerosi negozi, che han reso questa nuova zona residenziale vicina a moltissimi servizi: bar, pizzerie, mercerie… Volendo, anche, accedere ai cancelli dei condomini – situati presso i parchi di Alfonso De Caro e “Santina Campana” (quest’ultimo realizzato dall’imprenditore Vinicio Ciancone) – ecco veder sfrecciare i veicoli a tutta birra. A disturbare i guidatori prudenti, che stanno per ritirarsi al proprio domicilio.

 

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Cambiando registro, anche diversi edifici al palo sono da considerarsi opere incompiute. Trasversalmente alle amministrazioni del passato e a quelle attuali. Per di più, alcune infrastrutture non riescono nemmeno a decollare – per la burocrazia che stoppa i lavori di riqualificazione e/o i cantieri. Un esempio può essere costituito dall’area adiacente all’ex palazzetto dello sport. I cui lavori sono, allo stato attuale, ancora fermi. Bloccati dalle normative di legge vigenti. E così via, potremo scrivere ancora a lungo – ma in un determinato luogo è fisiologico che ci siano criticità… Insomma, ci sono tanti esempi di “cattiva manutenzione” e/o di negatività. Ma non dobbiamo lamentarci sempre, invocando l’intervento (o gli interventi) altrui. Cioè chiamando in causa i primi cittadini o “chi di dovere”. Occorre, invece, rimboccarsi le maniche e attuare almeno qualche esempio di “cittadinanza attiva”: lamentarsi di meno e agire di più non sarebbe affatto male! In nome di una convivenza pacifica, civica. Oppure ci vuole maggiore partecipazione alla vita “politica” delle nostre zone urbane, presentandosi ai consigli comunali. Dove si discutono le sorti della città, dove recarsi per dire la propria – chi scrive si rivolge ai politici stessi – e solo in seguito “passare” ad amplificare le magagne cittadine, sugli organi di stampa!

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