lunedì, Settembre 16, 2024
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Covid, casi di nuovo in aumento, i medici: “Ma si fanno pochi test”

Casi Covid in aumento da qualche settimana in Italia. Certo, si tratta di una forma del virus molto blanda, con tosse secca, mal di gola, e in alcuni casi febbre anche alta. Ma niente di più. I medici però sono in allerta perché sono sempre meno le persone che decidono di farsi il tampone. Sul sito del ministero della Salute si registrano 2.000 casi nella scorsa settimana, contro i 1.800 di quella precedente.

Covid in aumento, i consigli dei medici

Sì i casi ci sono, a volte con il febbrone. L’importante è fare la diagnosi, perché così sappiamo quale trattamento iniziare. – spiega Pierluigi Bartoletti, medico di famiglia e vice segretario nazionale della Fimmg, sindacato della categoria – Proprio la scorsa settimana ho visto un aumento dei casi. Mi sembra un virus abbastanza diffusivo, perché fa dei cluster familiari. Gli anziani sono più bravi dei meno anziani a fare i test. Una volta fatto l’esame si sceglie, in base alle condizioni di salute e l’età dell’ammalato se fare gli antivirali oppure gli anti-infiammatori, come l’ibuprofene. Ho pazienti che l’hanno fatta sei volte, la prendono a cadenza regolare”, conclude Bartoletti.

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L’infettivologo epidemiologo Gianni Rezza, che attualmente ricopre il ruolo di professore straordinario di Igiene al San Raffaele di Milano, precisa inoltre che in questo periodo non circola solo il Covid. “Anche l’Europa ha messo in guardia sulla diffusione di pertosse, parvovirus, quinta malattia. – afferma Rezza – Le malattie infettive a trasmissione respiratoria si stanno diffondendo, e potrebbero fare picchi più alti di quelli precedenti all’arrivo del Covid. Possiamo dire che l’utilizzo di mascherine e il distanziamento, decisi nel periodo di diffusione del coronavirus, hanno ridotto o quasi azzerato la circolazione delle malattie respiratorie, che poi sono riprese, anche in modo importante”.

Il Covid, invece, “è diventato endemico, ma non ha ancora una sua stagionalità. Si sono visti aumenti dei casi col freddo ma anche in estate. Vediamo queste ondate, provocate non da nuove varianti ma da lignaggi o sottovarianti comunque collegati a Omicron e quindi non portatrici di forme di malattia grave. Tra l’altro la gran parte della popolazione è vaccinata o ha fatto più volte l’infezione e quindi è in parte protetta”, conclude Rezza.

 
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