mercoledì, Settembre 25, 2024
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Come conservare il vino: materiali e nomi delle differenti bottiglie

Stappare una bottiglia di vino: un gesto che diamo per scontato e che porta sempre con sé un po’ di allegria, ma che racchiude molto di più.

Sembra quasi, infatti, che dentro ad una singola bottiglia, si celi un mondo intero… Tutto ciò che, però, oggi diamo per scontato, siamo sicuri sia sempre stato come ci si presenta? Sarebbe, ad esempio, possibile conservare il vino in un contenitore di materiale diverso dal vetro?

Attualmente la risposta è negativa, poiché il vetro è il materiale che meglio riesce a mantenere nel tempo le caratteristiche organolettiche del vino; eppure il matrimonio tra questo materiale ed il prezioso “nettare di Bacco” è abbastanza recente: le prime bottiglie di vetro utilizzate per conservare il vino comparvero, infatti, solo intorno al 1650.

glass the bottle composition studio a bottle of still life light blackI contenitori e le bottiglie di vetro esistevano già da lungo tempo, ma il design e la qualità del vetro ne limitavano tantissimo l’utilizzo; fino ad allora i contenitori per eccellenza del vino erano state le botti di legno, da cui il vino veniva prelevato poco prima di essere portato sulle tavole dei consumatori, con caraffe o accessori simili.

Intorno al 1650 però, diversi mastri vetrai europei cominciarono a sperimentare nuove forme di bottiglie e tipologie di vetro, sempre più resistenti; fu grossomodo in quel periodo, inoltre, che anche i tappi in sughero fecero la loro comparsa e fu così che ebbe inizio il lungo viaggio di nozze della bottiglia di vetro con il vino…

Nel corso degli anni sono state realizzate bottiglie di tutte le forme e colori, ma solo un numero limitato di esse si è affermato come standard de facto.

La Bordolese, originaria della zona di Bordeaux, con la sua caratteristica forma cilindrica, presenta spalle molto accentuate e un collo corto ed è tra le bottiglie più utilizzate al mondo per l’imbottigliamento dei vini fermi di qualsiasi tipologia. Generalmente di colore verde e marrone, per i vini rossi e spesso anche per i vini bianchi, può essere incolore per i vini bianchi, soprattutto nella zona di Bordeaux e per il blasonato Blangè di Ceretto.

La Borgognona (o Borgognotta), anch’essa originaria della Francia, ma della zona della Borgogna, ha forma cilindrica, spalle slanciate e collo lungo; è molto utilizzata nel mondo prevalentemente per i vini bianchi, anche se in Borgogna è indifferentemente utilizzata sia per i vini bianchi sia per quelli rossi.

La Renana o Alsaziana, invece, è originaria delle zone del Reno e dell’Alsazia. Ha una forma slanciata particolarmente elegante, senza spalle e senza rientranza alla base ed è generalmente utilizzata per i vini bianchi di facile beva, che non lasciano deposito e che vanno consumati in breve tempo, o anche per i vini rossi alsaziani a base Pinot Noir, vitigno che produce scarsi sedimenti.

La Champagnotta, altra bottiglia di origine francese, proviene dalla zona della Champagne e viene utilizzata in tutto il mondo per i vini spumanti. È molto simile alla Borgognona ma presenta un fondo molto più concavo e un vetro decisamente più spesso e pesante, in grado di resistere alla pressione esercitata dalle bollicine. Per lo stesso motivo, presenta un rigonfiamento nella parte finale del collo dove viene fissata la gabbietta metallica che protegge e blocca il tappo.

La Champagne Cuvee deriva dalla precedente e presenta una base più allargata e un collo più lungo.

L’Albeisa, bottiglia simile alla Borgognona utilizzata in Piemonte, ha una forma allungata ed affusolata e viene utilizzata soprattutto per i vini rossi della Langa, quali Barolo, Barbera e Dolcetto; è quasi sempre di colore marrone, per permettere un migliore affinamento del prodotto. Tale bottiglia fu introdotta all’inizio del Settecento dai produttori albesi per contraddistinguere i propri vini.

Qualunque sia la bottiglia che vi troviate a stappare, ricordatevi sempre di condiverne il piacere con qualcuno a cui tenete: sarà il miglior modo per apprezzarla e scaldarvi il cuore.

Come disse, infatti, lo scrittore ed intellettuale statunitense Clifton Fadiman: “Una bottiglia di vino implica la condivisione; non ho mai incontrato un amante del vino che fosse egoista.”

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