Avete mai sentito parlare di “carburante sporco“? Non ci si pensa mai, ma è una delle principali cause di danni importanti alle nostre auto. Soprattutto quelle di ultima generazione, perché rispetto ai motori del passato, gli attuali propulsori termici sono più complessi e più sensibili a impurità o sostanze estranee che si possono trovare all’interno di carburanti di scarsa qualità o inquinati. Ma sapete che è possibile ottenere un rimborso se il carburante sporco ha causato danni al nostro veicolo? Ricordiamo che il carburante sporco può essere dovuto sì a cisterne non pulite regolarmente dai residui, ma soprattutto negli ultimi tempi il frutto di vere e proprie contraffazioni. Il diesel o la benzina vengono “allungati“, danneggiando il nostro motore e facendo guadagnare di più i gestori delle pompe. Su tratta di una condotta criminale. Come spiega Today, le parti più a rischio della nostra auto sono quelle del sistema di iniezione. “Se si immette carburante contaminato è probabile che si inizi ad avvertire una perdita di potenza del motore: il filtro del combustibile inizierà a intasarsi, generando perdite di potenza motore che tenderà a mostrare problemi al sistema di avviamento e a spegnersi con più facilità. In questi casi gli interventi possono costare anche diverse migliaia di euro”.
E qui entra in gioco il fattore rimborso. Siccome la pratica del carburante sporco è sempre più diffusa, e di conseguenza i danni causati, l’Unione nazionale consumatori, ha reso disponibile uno sportello dedicato per offrire assistenza. Purtroppo quando ci si accorge che qualcosa non va sono già stati percorsi alcuni chilometri, per cui non è sempre facile risalire alle reali cause e al distributore che ci ha fornito benzina, a meno che non siamo soliti rifornirci sempre e solo dallo stesso. Allora come comportarsi? “Il primo consiglio è quello di risalire alla pompa sospetta e tenere a mente che il danno risarcibile è sia quello per pezzi di ricambio e manodopera, sia la spesa per il carro attrezzi e per gli eventuali mezzi sostitutivi utilizzati durante la riparazione della propria auto”. Se si è pagato con le carte è importante conservare le ricevute per dimostrare l’effettivo utilizzo della pompa. Se non si ha la ricevuta di pagamento, si può chiedere al gestore della pompa di rilasciare una ricevuta o un buono che confermi l’acquisto del carburante. “Se nel punto vendita non fosse presente il gestore, quest’ultimo non fosse disponibile a rilasciare l’attestazione o, ancora, non si avesse la possibilità per qualsiasi motivo di tornare alla pompa incriminata, si potrà indicare nel reclamo in forma scritta che si suggerisce di inviare alla stazione di servizio. Durante la la riparazione può essere utile conservare anche una tanica con il carburante raccolto durante i lavori”.
La richiesta di risarcimento nei casi di “carburante sporco” non è semplicissima. Deve essere inviata al gestore della stazione. Se invece ci si rivolge direttamente alle aziende produttrici, queste respingono sempre ogni accusa. Spiega l’Unione dei Consumatori: “Dopo aver ricevuto la segnalazione, la società generalmente comunicherà di aver avviato una procedura per verificare la qualità del carburante. Generalmente, purtroppo, alla segnalazione dell’utente segue una risposta negativa da parte della società (ovvero affermerà di non aver riscontrato problemi durante i controlli), peraltro non in contraddittorio con il consumatore e sempre a considerevole distanza di tempo dai fatti. Questa procedura, naturalmente, solleva ampi dubbi circa la affidabilità del controllo nonché circa il fatto stesso che un controllo sia stato effettivamente praticato”. Per questo è consigliabile affidarsi a legali specializzati o all’Associazione stessa.
